" Nell’istesso tempo Mazzini accontatosi a Londra con alcuni torbidi Inglesi, ne avea denaro sufficiente a recare in atto una vasta congiura. A raggiungere meglio lo scopo, ideò, pria d’ogni altra cosa, di attentare alla vita dello stesso Napoleone III, col doppio intendimento, o di proclamare la repubblica in Francia, se mai venisse ucciso; o di farlo correre più spedito e pronto nel servire la setta e compirne il programma, se mai scampasse. Coadiuvato l’agitatore da un Gaetano Massarenti calzolaio e da un Federico Campanella letterato, dispose che il cappellaio Paolo Grilli di Cesena e il calzolaio Giuseppe Bartolotti di Bologna, si portassero a Parigi, e quivi con un Paolo Tibaldi, ottico piemontese in quella città, accordassero il modo di assassinare l’Imperatore. Ebbero però l’imprudenza di avvalersi della posta nelle loro relazioni: Tibaldi, Grilli, Bartolotti furono arrestati e condannati, chi alla deportazione chi al carcere; Mazzini, Ledru Rollin, Campanella e Massarenti venivano condannati in contumacia. Ma non fu questo il primo attentato contro il Bonaparte ". (Tratto da : Paolo Mencacci - Memorie documentate per la storia della rivoluzione italiana - Mario Armanni 1879 - RomaVol. I - LIBRO II ) |