Rodolfo Valentino, che in realtà si chiamava Rodolfo Guglielmi ed era nato a Castellaneta, nei pressi di Taranto, fu bellissimo con languore ed alterigia, del tutto apparenti, però, se, in realtà i suoi amici lo descrivono buono, triste, sfortunato in amore. Dopo un duro e banale periodo di povertà pittoresca – lavapiatti, ballerino, giardiniere – raggiunse rapidamente una celebrità di cui Dos Passos si fece giustamente l’araldo, poiché le sirene delle automobili, i voli degli ascensori, le crisi isteriche delle donne, vi ebbero parte essenziale. Morì giovane e banalmente, di peritonite. Migliaia di donne abbrunate seguirono il suo feretro, e poi assalirono l’appartamento d’albergo dove aveva vissuto le ultime ore per accontentare il loro feticismo con un brandello di lenzuolo o due petali di rose vizze. I suoi film si proiettano ancora in America. E in America, come in Inghilterra, durano ancora dei Valentino’s Clubs dove le sue “vedove” dignitosamente ninfomani, lo piangono con ostinazione. (Tratto da : “Usi e Costumi 1920 – 1940” di Irene Brin*, Roma giugno 1944 – Società Grafica Romana – pagg. 143 – 144). *pseudonimo di Vittoria M. Rossi ; lo pseudonimo fu inventato da Leo Longanesi fondatore de "Il Borghese". |