La Befana
In alcuni villaggi dell'Alta Romagna, la sera del 5 Gennaio, vigilia dell'Epifania, suol essere celebrata con un rito caratteristico che sprigiona l'allegria ed il riso nei quieti abitanti della campagna. Durante la giornata, alcuni buontemponi costruisconouna vecchia di paglia, coperta di abiti anche strani; altri fabbricano torce di vimini, di legna, di rovi; altri ancora - e questi sono per lo più ragazzi - preparano sonagli, pive, cornamuse, campane, campanelli ede istrumenti delle forme più strane e bizzarre.
Verso il tramonto, la folla variopinta si dà convegno con grande schiamazzo verso il luogo dove è racchiusa la Vecchia e colà ognuno da fiato ai rustici istrumenti, aspettando l'ora di andare in corteo verso il centro del villaggio.
Si odono gracidii di nacchere, monotoni colpi di grancassa, rullio di tamburi, flebili voci di fischietti, l'acuto suono di una sirena, la voce grave del corno.
Al suono delle campane che annunziano la fine del giorno, la Vecchia è circondata dal multiforme corteo che procede lentamente. Cresce il frastuono; più frequenti s'odono le facezie più argute a cui seguono le risate sonore; la folla s'accalca alle porte, alle finestre, alle feritoie, e si sporge avanti allungando il collo per godersi lo spettacolo.
Quando il cielo è sull'imbrunire si accendono le fiaccole, indi si da fuoco alla Vecchia. Strani bagliori rosseggiano sui muri e sui volti abbronzati; ombre nere e taglienti si allungano sul selciato; nuvole di fumo nero e denso salgono in alto; crepitano le fiamme tra scintillii d'oro. Il corteo si ferma per un poco nel mezzo della piazza, indi procede ancora lentamente per le vie. Adagio adagio rumori e suoni cessano; qualche fiaccola fumosa appare roteando nell'aria: un fischio solitario, un suono stridulo, un gruppetto di ragazzi chiassosi e poi basta! Ognuno rientra nelle case. Questa notte i fanciulli sogneranno la Befana che cammina sui tetti avvolta in un gran manto e scende pian piano lungo la canna del camino a riempire di doni le calze appese sotto la cappa.
6 Gennaio
Pifanì
Tot al fest la porta vi
La li met int una cassa
L'agli amola sol par Pasqua,
Int la cassa u j dà la lòna,
L'agli amola a òna a òna.
(Tratto da : Alfredo Giovannetti - L'Almanacco Emiliano - Bemporad & F° Editori - Firenze, 1926)
|