9 Gennaio 1926 - Sabato

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Vittorio Emanuele II

il Padre della Patria, il Re Galantuomo, VIII Re di Sardegna poi I Re d’Italia

 Vittorio Emanuele nacque a Torino nel 1820 da Carlo Alberto e dalla Principessa Maria Teresa d’ Austria-Toscana. Nel 1842 aveva sposato la Principessa Maria Adelaide d’Austria, sua cugina, figlia del Vicerè del Lombardo-Veneto, Ranieri, e della Principessa Maria Elisabetta di Savoia, da cui ebbe Umberto, futuro Re d’Italia, Amedeo Duca d’Aosta e Re di Spagna, Oddone Duca del Monferrato (Creatore della Pinacoteca e del Museo di Scienze Naturali di Genova), Clotilde (che si sacrificherà sposando giovanissima l’anziano Principe Napoleone Bonaparte, condizione posta da Napoleone III per l’alleanza col Piemonte nella II Guerra d’Indipendenza ) e Maria Pia, Regina del Portogallo.
All’abdicazione del padre, dopo Novara, Vittorio Emanuele salì al Trono in un momento terribile per lo Stato, occupato dalle truppe straniere. Seppe tenere testa alle pretese austriache e si rifiutò di revocare gli ordinamenti costituzionali, unico fra i Sovrani d’Italia, suscitando unanime ammirazione.
Da allora iniziò un’ opera grandiosa di preparazione alla riscossa nazionale che sfocerà nella II Guerra d’Indipendenza e nell’Unità d’Italia. Coadiuvato da ministri preclari per onestà e preparazione, basti ricordare il D’Azeglio e il Cavour, Vittorio Emanuele portò a termine le riforme di Carlo Alberto, rese il Regno un moderno Stato industriale, costruì una rete viaria, stradale, ferroviaria e di canali navigabili, fra le più avanzate d’Europa, incrementò la produzione agricola e i commerci. Lo Stato Sabaudo, in un decennio, diventò il più progredito della Penisola.
Nel 1859, con l’aiuto della Francia, ingaggiò con l’Austria la vittoriosa II Guerra d’Indipendenza che liberò la Lombardia dall’occupazione straniera; al contempo i Ducati di Parma e Modena ed il Granducato di Toscana si sollevarono e chiesero l’annessione al Regno sabaudo.
Con l’impresa dei “Mille” di Garibaldi anche le Due Sicilie si unirono al Regno e così le ex province pontificie escluso il Lazio. Il 17 marzo 1861 il libero Parlamento italiano proclamava Vittorio Emanuele II Re d’Italia. Per la prima volta dall’invasione longobarda, all’alba del Medio Evo, la Penisola era unita in un solo Stato. Nel 1866, con la III Guerra d’Indipendenza, seguì l’unione del Veneto e, nel 1870, quella del Lazio.
Nel 1878 Vittorio Emanuele morì in Roma, dal 1870 capitale del Regno, e fu sepolto nel Pantheon, famedio dei Re d’Italia, mentre centinaia di migliaia di Italiani si muovevano da ogni provincia per rendere omaggio al Grande Re.

(Tratto da: I Re e le Regine della nostra storia – a cura della Unione Monarchica Italiana – Dicembre 2006)