Casa di Riposo "Conte Busi"

Conferenza di Luigi Gaspari

Casalmaggiore ( CR )  17 ottobre 1993

Cari amici di Casalmaggiore, sono felice di incontrarvi in questa deliziosa cittadina. Voglio portarvi la speranza che è donata da Padre Pio a tutti coloro che amano la sua vita, il suo sacrificio e tutto ciò che egli ha rappresentato per il bene della cristianità e dell’umanità. Oggi commemoriamo il 25° anno dalla morte del padre avvenuta il 23 settembre di 25 anni fa. Il padre non ci ha lasciati orfani perché attraverso i suoi figli trasmette ancora messaggi al mondo; il suo pensiero, la sua vita è stata trasmessa a noi che gli siamo stati vicini per tanti anni.
Ho vissuto accanto a Padre Pio durante gli ultimi 14 anni della sua vita, ma lo incontrai per la prima volta quando avevo 14 anni, altri 14 anni prima dell’inizio del periodo in cui gli restai vicino. Padre Pio non ci ha lasciati orfani perché a me ha promesso di continuare a vivere sulla terra fino a quando l’ultimo dei suoi figli non avesse ritrovato la pace necessaria per entrare nel Regno di Dio. Egli disse che le opere più grandi le avrebbe fatte dopo morto e, secondo quanto ho ricevuto da lui come testamento, sono certo che è la verità perché Padre Pio deve completare la sua opera che da vivo era solamente iniziata.
La vita di Padre Pio sulla terra è stata l’inizio di una rivoluzione che ci porterà molto lontano: la rivoluzione dell’Amore di Dio. Il padre è venuto per sensibilizzare gli uomini alla comprensione di questa grande realtà della divina Volontà di amore per tutta l’umanità, per tutto il creato. Padre Pio ha un compito che non ha fine, che ha avuto inizio a San Giovanni Rotondo ma che non finirà perché l’opera dell’amore va verso l’infinito. Padre Pio non ha completato la sua opera ma l’ha solo iniziata perché egli deve stabilire sulla terra, insieme a Gesù e a Maria, l’autorità dell’amore.
Gli uomini fino ad oggi hanno vissuto guidati da autorità molto spesso non volute da Dio, create dai poteri della vanità umana e dai poteri delle leggi. Ora Dio è stanco di questi potenti che hanno governato più in nome di Satana che in nome di Dio. Questi potenti si sono preoccupati di aumentare la loro ricchezza e il loro dominio sugli uomini e sulle cose ma non si sono preoccupati della felicità del popolo, per questo Padre Pio mi diceva che la sua opera inizia con l’amore, perché l’autorità che Dio vuole non è un’autorità basata sui poteri di leggi o di ricchezze o di dominio, ma un’autorità d’amore. Quindi Padre Pio deve lavorare insieme alla Santissima Trinità per portare a noi suoi figli la coscienza nuova di questa autorità che Dio ha deciso di portare sulla terra: l’autorità dell’Amore.
È difficile spiegare e dire in poche parole tutto ciò che è l’autorità dell’Amore. Io sono stato istruito in tanti anni di vita accanto a Padre Pio e a poco a poco sono entrato in questa nuova dimensione, tanto che sono arrivato al punto di non riconoscere più altra autorità se non quella che viene dalla Volontà e dall’Amore di Dio. Per rendere felici gli uomini oggi divenuti più che mai infelici, Dio ha bisogno di stabilire questa gerarchia, la sola che può dare stabilità ai governi, stabilità ai cuori, che può dare la certezza a ogni uomo di non essere vittima dei potenti e degli usurpatori. Per comprendere che cosa sia questa autorità dell’Amore è necessario che ognuno di noi faccia un esame di coscienza e che ricorra ai grandi maestri che sono venuti sulla terra come Padre Pio. Essi, proprio per insegnarci ad amare e per non creare una nuova utopia, hanno dovuto soffrire e dimostrare che la loro non era volontà di potenza, non era volontà di dominio ma era solo volontà di risvegliare negli uomini quel sentimento di fraternità e di desiderio di bene per tutti che è l’autorità dell’Amore.
La prima volta che Padre Pio mi parlò di questa autorità d’amore che Dio vuole, fu nel lontano 1956. Padre Pio aveva già stabilito di realizzare quell’opera colossale in favore dei malati che è la Casa Sollievo della Sofferenza ed erano necessarie a San Giovanni Rotondo un’infinità di opere nuove, strade, piazzali. Si doveva trasformare questo piccolo borgo che mancava di tutto, anche delle fognature e delle cose più essenziali, in una vera e propria città. La Casa Sollievo stava crescendo e alla Cassa del Mezzogiorno avevano promesso un aiuto consistente che poi in realtà fu negato. In quel periodo, un giorno mi capitò di trovarmi nel corridoio del convento quando il sindaco Morcaldi arrivò affannato da Roma per dire a Padre Pio che purtroppo il progetto di aiuti a San Giovanni Rotondo era stato bocciato e che la Cassa del Mezzogiorno non avrebbe dato un soldo. Allora Padre Pio si rivolse a me dicendomi: «Tu dovrai andare a Roma a perorare questa causa». Ma io risposi: «Padre, io non conosco Roma. L’ho visitata un’unica volta come turista e non ho l’autorità per poter intervenire alla Cassa del Mezzogiorno». Allora Padre Pio mi rispose: «Che cosa temi? Tu hai l’autorità dell’amore e puoi arrivare ovunque». Per la prima volta sentivo dire dell’autorità dell’amore e non capivo che cosa fosse. Padre Pio sorridente aggiunse: «Ti accompagnerò». Il Sindaco Morcaldi, credendomi figlio di qualche potente, mi disse tutto ciò che avrei dovuto fare alla Cassa del Mezzogiorno per poter ricevere questo consistente apporto di denaro per risolvere i problemi di San Giovanni Rotondo. Mi disse che era necessario ricorrere all’Onorevole Pescatore, presidente della Cassa del Mezzogiorno, e all’Alto Commissario per il Turismo. Così partii in treno ricco solo di questa autorità dell’amore che Padre Pio mi aveva detto. Nel treno incontrai un avvocato che si presentò a me dicendo di essere l’avvocato Pagano, sostituto dell’Onorevole La Russa, Alto Commissario per il Turismo. Io gioii perché compresi che questa autorità mi aveva dato la possibilità di incontrare, per Volontà di Dio e di Padre Pio, la persona giusta. Arrivato a Roma incontrai l’avvocato Gastone Dallari che avevo conosciuto a San Giovanni Rotondo. Questi era Sostituto Avvocato Generale dello Stato e fu lieto di accogliermi a pranzo a casa sua. Quando gli raccontai la ragione per cui mi trovavo a Roma, egli mi disse: «Vede, Dottor Gaspari, lei è fortunato perché io sono un caro amico dell’Onorevole Pescatore: siamo stati compagni di scuola».
Ecco, vedete che cosa è questa autorità dell’amore di cui Padre Pio mi aveva fatto conoscere l’esistenza. In un attimo si risolse quel problema che pareva insolubile e, poco tempo dopo, ricevetti l’assicurazione che il denaro necessario per compiere le opere sarebbe stato versato attraverso il segretario della Cassa del Mezzogiorno, Luigi Tavassi La Greca. Tutti questi erano personaggi che io non conoscevo e che non pensavo di avere l’autorità di potere influenzare in qualche modo; io credevo di non essere nessuno e invece Padre Pio mi aveva detto che avevo l’autorità dell’amore, che potevo parlare con autorità perché quello che avrei detto era la Volontà di Dio e alla Volontà di Dio nessun essere umano può resistere. Vedete quindi che da ragazzo giovane, appena trentenne, inesperto della vita e dei traffici della Roma dei potenti, mi sono trovato a essere considerato amico di questi importanti personaggi. A quel primo episodio se ne aggiunsero tanti altri, per altri dodici anni finché Padre Pio visse.
A Roma mi si aprivano tutte le porte, ma non approfittai mai di queste entrature se non per fare le opere volute da Dio e da Padre Pio. La mia vita in quella città fu un susseguirsi di incontri con personaggi più o meno elevati e con gente del popolo, appunto per potere esercitare un’influenza sui potenti affinché fossero benevoli coi più bisognosi e disagiati. A Roma trascorsi 12 anni, facendo continuamente la spola con San Giovanni Rotondo; a Roma avevo la gioia di sentirmi circondato dalla tenerezza di tutti che mi chiamavano l’“ambasciatore di Padre Pio”. Questa mia vita di giovane è corsa veloce, sono arrivato all’età di 42 anni senza quasi accorgermi del tempo che passava perché il lavoro era tanto, gli incontri sempre più interessanti e sempre più vivaci. Padre Pio voleva che io conoscessi il bello e il brutto dei potenti del nostro secolo, quei potenti che poi più o meno hanno creato tanti disastri. Padre Pio mi diceva che il mondo deve cambiare, che a questa civiltà del potere deve subentrare la civiltà dell’autorità dell’amore.
Sono trascorsi tanti anni, 25 lunghi anni da quel tempo, ma la profezia di Padre Pio si sta avverando. Ora vediamo tanti crolli di potenti di quell’epoca, leggiamo sui giornali quanti di quei personaggi che 25 anni fa io conobbi a Roma e che erano idolatrati oggi siano considerati dei nemici della civiltà, se non dei ladroni. Padre Pio mi diceva di non illudermi su di loro perché il Signore vuole che i potenti di quel genere siano tutti smascherati e che la società sia trasformata. Solo coloro che avranno ricevuto il dono dell’autorità dell’amore di Dio potranno andare avanti, tutti gli altri crolleranno.
Noi tutti dobbiamo prepararci a questi eventi e non temere se vediamo crolli intorno a noi. Questi crolli non sono altro che la Volontà di Dio, la Volontà di Giustizia e d’Amore di Dio che si manifesta praticamente, si manifesta non per distruggere i beni della terra ma per salvarli in favore di tutti e non di singole persone che vogliono dominare e schiacciare la libertà degli uomini di buona volontà.
Ecco, in poche parole credo di avervi detto che cosa è la civiltà dell’amore di cui ha parlato tanto il Concilio Vaticano II e il Santo Padre Paolo VI, che nel lontano ottobre 1968 volle ricevermi per complimentarsi per l’opera da me svolta e per il libretto Quaderno dell’Amore, che avevo scritto per Volontà di Dio. Dio aveva deciso di darmi questa autorità dell’amore affinché attraverso di me la ricevessero tutti coloro che avessero amato queste parole.
Questo libro, come molti di voi sanno, fu scritto come Volontà testamentaria di Gesù e di Padre Pio appunto per preparare l’era dell’amore, la civiltà dell’amore. Era necessario, diceva Padre Pio, che io ricevessi l’autorità dell’amore perché le parole, il linguaggio donato da Dio nel Quaderno dell’Amore potesse entrare nei cuori di tutti gli uomini che lo amano, trasformando ogni uomo in una nuova autorità d’amore.
L’autorità è dono del Verbo di Dio fatto Uomo. Il Verbo ritorna quando l’Amore di Dio viene sulla terra e l’Amore di Dio si è manifestato in questa unione di Padre Pio col suo Bambino. Dio aveva deciso di donare agli uomini le Parole dell’apostolo Giovanni unito a Gesù che sono autorità d’amore donata a tutti quelli che “mangeranno” questo libretto. Allora avverrà che ogni uomo che vive di questo spirito, di questa parola, riceverà la stessa autorità che Gesù, per bocca di Padre Pio, ha donato a me, Luigi, che sono stato chiamato il “Bambino di Gesù, di Maria e di Padre Pio”. Bambino significa che ho ricevuto questo dono, questa autorità d’amore, questa Parola che è capace di trasformare i cuori dei miei fratelli. I fratelli possono diventare autorevoli e buoni solo quando hanno ricevuto il linguaggio dell’amore; il linguaggio dell’amore è stato donato a me per essere trasferito nei cuori di tutti quelli che mi credono e che amando me amano la Parola che Dio ha voluto donarmi per donarla a tutti quelli che la vogliono.
Voi sapete che il Vangelo di Giovanni ci dice in principio era il Verbo, il Verbo era Dio ed a tutti coloro che lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio. Oggi io vi dico con l’Apostolo Giovanni che tutti voi che avete amato questo libretto avete amato la Parola di Gesù e di Giovanni e riceverete questa autorità dell’amore che vi farà felici e capaci di riconoscere tutti coloro che non vogliono essere autorità d’amore, che vogliono farsi potenti di altre autorità diverse da quella voluta da Dio, che vogliono farsi forti di dominazioni che devono essere schiacciate. Cristo, dice il Vangelo, deve regnare finché non abbia messo sotto i suoi piedi tutti i principati, le potestà e le dominazioni e poi anche Lui, Gesù stesso, sarà sottoposto all’autorità suprema che gli è venuta dal Padre Dio, perché in Cristo noi saremo fratelli e Dio sarà il Padre di tutti noi, uniti in un unico vero Uomo: Gesù Cristo Dio.
Ecco il significato della mia vita spesa interamente accanto a Padre Pio dall’età di 28 anni fino a 42 anni e poi, subito dopo la sua morte, trascorsa nell’attesa di potere parlare e dire agli uomini i segreti più importanti di essa, perché i miei segreti sono i segreti della Volontà di Dio, della Volontà d’Amore di Dio per ognuno di voi. Gesù, per Volontà del Padre, ha nascosto nel mio cuore questi segreti perché fossero rivelati oggi a voi che siete in attesa della Giustizia, che volete che Cristo regni e non il demonio o i suoi satelliti. Quindi io vi porto questa Buona Novella, questa Volontà di Dio che è stata nascosta nel mio cuore perché i serpenti della terra non la potessero distruggere.
Era necessario che Gesù, Maria e Padre Pio scegliessero un loro Bambino in cui nascondere questa grande potenza d’amore che doveva essere distribuita gradualmente a coloro che lo meritano, perché a sua volta attraverso questi sia distribuita a tutti gli uomini di buona volontà.
Noi non possiamo stabilire in antecedenza quali sono i nemici di Dio che resteranno nemici. Noi dobbiamo credere fermamente che Dio vuole la salvezza di tutti e il discernimento finale di chi è il nemico di Dio che resterà nemico è un segreto del Cuore di Dio. Noi dobbiamo credere e dobbiamo volere che ogni uomo riceva questo Verbo per poter diventare un vero e autorevole figlio di Dio, capace di possedere il linguaggio della salvezza, dell’amore, della gioia, della salute e della resurrezione.
Il mondo sta tremando e tremerà ancora per molto tempo perché il Signore vuole ricondurci tutti all’unità, vuole che ci riconosciamo fratelli e che siamo capaci di desiderare per gli altri il bene che desideriamo per noi. La società umana ha avuto tanti meriti ma anche un grosso demerito: quello di cadere nell’egoismo. Spesso abbiamo accusato dei nostri mali i partiti politici, oppure tante cose che sappiamo vedere fuori di noi; raramente abbiamo riconosciuto quel male gravissimo che è dentro di noi che è l’egoismo. Siamo stati capaci di chiedere a Dio l’aiuto per diventare più potenti, più ricchi, più sicuri e spesso Dio ci ha accontentati, ma lo ha fatto per metterci alla prova perché tutti i doni che Dio dona ad un uomo più che ad un altro sono delle prove. Quindi, quando noi siamo provati nel dono del benessere, nel dono della salute, nel dono di avere tanti poteri ecco che abbiamo delle grandi responsabilità. Abbiamo la responsabilità di comprendere perché Dio ci ha favoriti ma non dobbiamo sentirci dei privilegiati perché dovremo rispondere alla Giustizia di Dio. Dio vuole per noi una felicità senza limiti, però in cambio Egli vuole che la stessa felicità noi la desideriamo per il nostro prossimo: se così non faremo saremo degli ingrati e ci avvicineremo più a Lucifero che non a Dio.
Lucifero fu il primo degli angeli favoriti da Dio. Egli fu rivestito di luce - Lucifero appunto significa donatore di luce - ma poi volle tenere per sé questa ricchezza, non volle comunicare questa luce alla nuova creatura uomo che Dio aveva deciso di mettere nel mondo. L’egoismo piano piano ci trasforma in tanti piccoli o grandi Lucifero.
Dobbiamo stare attenti a mantenere viva nel nostro cuore l’umiltà, come Padre Pio ci ha insegnato tanto bene. Egli era divenuto un grande potente ricco di luce, di sapienza e di tutto ciò che è la possibilità dell’uomo completamente realizzato. Padre Pio era però anche consapevole della grande responsabilità di questa ricchezza interiore, di questa ricchezza spirituale e anche possibilità materiale, quindi umilmente cercò aiuto in quel piccolo figlio spirituale che ero io affinché questa ricchezza non fosse dispersa nelle mani di persone avide di possessi, ma fosse data a un umile figlio che gli desse garanzia di non tenerla per sé ma di distribuirla a tutti gli uomini del mondo senza alcuna disparità. Ecco allora la mia grande responsabilità, che io ho avvertito sin dal primo momento e che tuttora sento, nonostante l’età avanzata.
La ragione per cui sono qui, per cui mi sottopongo a questi viaggi è proprio questa: la mia età avanzata mi spinge a fare presto a donare tutto ciò che ho ricevuto. Ciò che ho ricevuto non è mio, sarà mio solamente quando l’avrò donato a ognuno di voi e posso assicurarvi che questa è la vera grande ricchezza che vi dà la possibilità di avere tutto ciò che volete da Dio. L’Amore è Dio e quindi, quando voi avete ricevuto il linguaggio dell’amore, avete ricevuto tutte le possibilità e tutto vi può essere donato. Ma attenzione all’uso che ne farete: l’uso giusto è quello di distribuire con abbondanza ai nostri fratelli perché più noi doniamo, più riceviamo. Non è vero che cercando di tenere per noi ci arricchiamo, anzi, diventiamo poveri perché la povertà è proprio mancanza di generosità. Padre Pio che era il più umile, il più povero dei frati, è diventato ricchissimo. Non ricchissimo per sé, ma per cercare di aiutare gli ammalati, i bisognosi e tutte le persone che soffrono nella vita. Padre Pio ha accumulato anche un enorme quantità di ricchezza materiale ma purtroppo gli uomini che hanno ereditato questa ricchezza non sempre sono stati all’altezza perché il demonio si impossessa di coloro che hanno avidità di denaro e di beni. Per questo anche a San Giovanni Rotondo sono accaduti e accadono scandali: per avidità di possedere gli uni i beni degli altri, perché la clinica e il convento spesso non sono d’accordo sulla distribuzione delle offerte. Questa è una spina nel cuore di Padre Pio e bisogna pregare affinché questi uomini responsabili che ricevono donazioni le usino sempre per il bene comune e non si attacchino morbosamente ai privilegi perché Padre Pio questo voleva, che tutto fosse donato così come tutto era stato ricevuto.
È difficile amministrare i carismi, amministrare i doni, amministrare i beni, perché la collaborazione deve essere totale. Anche Padre Pio da solo non poteva amministrare tutti questi doni e queste ricchezze che gli venivano dalla sua sapienza, dalla sua potenza d’amore. Egli aveva bisogno di collaboratori che avessero altrettanto entusiasmo nel donare, così come lo ha avuto Lui. E allora quello che Padre Pio ha raccomandato e raccomanda a noi tutti è la preghiera. La preghiera ci può aiutare a vincere gli egoismi e a mantenere in vita l’esempio di generosità che abbiamo ricevuto come dono dal nostro padre spirituale. Padre Pio ha istituito i gruppi di preghiera proprio per questa ragione, perché quando noi ci riuniamo in preghiera sincera, in quel momento diventiamo veri fratelli e abbiamo un unico Verbo, un’unica parola d’amore che ci unisce a Dio. Nel Verbo la nostra mente e il nostro cuore si sottraggono a quei momenti luciferici di egoismo, di invidia e di lussuria. Pregando noi smontiamo tutta la nostra superbia, per poi potere ricevere quel Verbo d’Amore che il santo Rosario e le preghiere in comune ci possono dare.
Quando riceviamo nel nostro cuore, nella nostra mente mediante la preghiera il Verbo dell’Amore, ecco che in noi è fatto “il Linguaggio”. È solamente quando la nostra mente, il nostro pensiero si trasforma in linguaggio d’amore che noi possiamo dire di essere in comunione con l’Altissimo, con Gesù, con lo Spirito Santo, perché è impossibile che lo Spirito Santo non diventi Linguaggio quando noi lo possediamo permanentemente.
Per possedere questo linguaggio bisogna avere il distacco. Distacco non significa disprezzo per i beni della terra, per i beni che Dio ci dona. Dio vuole il nostro bene e ci arricchisce di beni, però questi beni non devono diventare idoli ma mezzi per meglio vivere e per meglio donare ricchezza di vita e amore alla vita anche a coloro che l’hanno perduta causa l’indigenza o la mancanza di preghiera. Padre Pio ci ha insegnato che dobbiamo pregare e l’urgenza di pregare è proprio quella di evitare di creare degli idoli, perché istintivamente l’uomo è idolatra, è menzognero. L’uomo diventa veritiero ed adoratore del vero Dio solo quando ha raggiunto l’umiltà, solo quando lo Spirito Santo si fa linguaggio di vita, linguaggio d’amore verso i fratelli e verso Dio nel suo cuore.
Quindi, per arrivare a questo linguaggio bisogna pregare, pregare e lavorare per il servizio del prossimo. Così noi diventiamo luce, diventiamo “bambini”. Diventare bambini significa diventare linguaggio di Dio Amore: solamente questo linguaggio ci può salvare.
Padre Pio, prima di morire nell’anno 1968, volle che io scrivessi questo Quaderno dell’Amore che era un po’ come la mia tesi di laurea dopo averlo servito, lui diceva, fedelmente per tanti anni, specialmente nell’amore del prossimo e nell’amore della Chiesa. Padre Pio mi ritenne maturo per fare questa tesi che è il Quaderno dell’Amore, questo esame di laurea che è il linguaggio scaturito dal mio cuore ritornato bambino, appunto perché avevo ricevuto l’autorità dell’amore che è lo Spirito Santo. Ma questo non è un privilegio dato a me solamente, lo ripeto, io ho fatto la scuola per tutti voi; la mia scuola non è stata una scuola per elevarmi, per diventare un potente dominatore dei vostri cuori, delle vostre menti, ma una scuola che porta la liberazione. Io devo essere un aiuto per liberare voi da tutto ciò che prima aveva incatenato in parte anche me. Le catene vengono sciolte se voi avete la pazienza e la fedeltà di meditare tutto ciò che ho detto per amore vostro, tutto ciò che Dio mi ha fatto dire per dare a ognuno di voi l’autorità dell’amore che un giorno Padre Pio mi disse che io avevo ricevuto. Vi assicuro che riceverete questa autorità se ascolterete con umiltà ciò che il vostro fratello maggiore Luigi vi dice, perché ve lo dice solo perché desidera il vostro bene così come ha desiderato il suo. E allora, nella comunione di amore e di bene reciproco, non sarà difficile superare le difficoltà di questo tempo, le difficoltà di questo mondo che sembra impazzito. In questo tempo il mondo è schiavo dell’egoismo e dell’idolatria ma noi gruppi di preghiera uniti a Padre Pio avremo certamente la forza di abbattere le idolatrie e gli egoismi e, una volta che ognuno di noi sarà diventato tempio dell’amore di Dio vivente, non ci sarà più timore di guerre, di persecuzioni e di domini di potenti. Noi stessi saremo capaci col nostro linguaggio di abbattere tutti i tentativi dei nostri fratelli di diventare dei dominatori.
Il dominio non è più possibile su coloro che sono diventati linguaggio d’amore di Dio, che sono diventati autorità nell’amore che Dio vuole fare regnare in tutti i cuori degli uomini di buona volontà. Purtroppo le nostre guide, i nostri uomini politici, si preoccupano di risolvere i problemi di questo tempo dimenticando che i problemi non si risolvono se non si risolve “il” problema, che è quello di portare la pace e l’amore nei cuori degli uomini. Gli uomini sono privi di questo amore, di questo linguaggio e perciò non sono in grado di risolvere né i problemi politici, né i problemi economici perché anche l’economia è soggetta a Dio così come lo sono la pace tra i popoli e la pace dei singoli. Quando ogni singolo uomo ha scoperto, ha ritrovato l’amore, questa forza interiore che è l’autorità dell’amore, ecco che non sentirà più il timore di morire di fame, il timore della disoccupazione. Con la pace nel cuore, con l’Amore di Dio vivente dentro di noi saremo capaci di vincere tutte le battaglie perché è Dio che fa vincere, è Dio che fa fiorire i nostri giardini, che fa abbondante il raccolto e che crea sempre nuove attività per rendere felici i suoi figli. Di questo ci dobbiamo convincere, in questo senso dobbiamo lavorare dimenticando tutto ciò che ci circonda, tutto il male che vediamo intorno a noi.
Se noi ci preoccupiamo di diventare bene, di diventare buoni, di diventare amore di Dio vivente, piano piano i nostri occhi non vedranno più il male perché il male lo trasformeremo in bene con la nostra buona volontà, col nostro cuore divenuto tempio d’amore di Dio vivente. Padre Pio è accanto a voi se voi cercate di fare vostro questo mio linguaggio che è il linguaggio ricevuto in 42 anni di vita spesa in comunione con lo Spirito Santo e con Padre Pio: certamente la vostra vita cambierà, come cambierà la vita dei vostri fratelli e dei vostri vicini.
Padre Pio mi voleva molto bene, mi amava tanto ed è stato proprio questo suo amore a farmi vivere per tanto tempo accanto a lui senza sentirne le fatiche, perché vicino a Padre Pio non era facile la vita, bisognava lavorare e non restare mai inattivi. Era necessario alzarsi presto la mattina per andare alla Santa Messa e poi lavorare intensamente durante tutta la giornata. Tutto questo lavoro fu fatto da Padre Pio in me per potere continuare la sua opera sulla terra, perché se Padre Pio non avesse trovato dei fedeli capaci di continuare la sua opera d’amore, tutto sarebbe presto finito.
Le opere materiali di Padre Pio si reggono e continuano proprio per la potenza dell’amore; senza l’amore non ci sarebbero neanche i soldi per far andare la clinica e per far andare le varie opere avanti nel tempo. Quindi noi dobbiamo fare come Padre Pio: adesso che ci siamo conosciuti, restiamo in comunione fra di noi. Restando in comunione attireremo lo Spirito Santo e lo Spirito Santo lavorerà per noi, ci porterà addirittura a casa le persone e le cose di cui abbiamo bisogno per superare qualche intoppo del momento.
Vedete, io alla mia età, 67 anni, sono un po’ infermo e non avrei la possibilità di muovermi con facilità, ma il Signore vuole così e allora attraverso lo Spirito Santo mi manda le persone che mi aiutano a fare i lunghi viaggi e a non stancarmi perché quando si vive nell’amore tutto è possibile: i miracoli avvengono giorno per giorno, avvengono secondo la nostra buona volontà. Se io ho volontà di operare per il bene, il Signore mi farà trovare i mezzi anche materiali per poter risolvere i problemi di quel momento. Se io voglio fare un viaggio e non ho la salute, il Signore mi dà la salute e gli strumenti per poterlo fare. Ecco, dipende tutto dalla nostra volontà d’amore: quando la nostra è volontà d’amore non ci sono problemi che non si possano risolvere.
Così come vi ho raccontato l’episodio della Cassa  del Mezzogiorno, ve ne posso raccontare tanti altri che dimostrano come la volontà d’amore non conosca ostacoli. Qualche volta, quando mi trovavo a San Giovanni Rotondo, Padre Pio si divertiva a mettermi in imbarazzo e a dimostrarmi come non si deve temere quando si vive nell’amore. Un giorno Padre Pio finalmente mi concesse di prendere la patente, perché fino a 37 anni mi aveva proibito di guidare la macchina per motivi a me sconosciuti. Quel giorno mi disse: «Ora puoi prendere la patente perché quel pericolo lo abbiamo vinto». Di quale pericolo si trattasse non so esattamente, comunque, poco dopo aver comprato una vecchia Citroen piuttosto scassata mi trovavo a San Giovanni Rotondo e con questa macchina dovevo recarmi a Roma da solo. Padre Pio ridendo mi disse: «Stai attento ma non aver paura che t’accompagnerò». Alle porte di Roma la macchina fece un grande rumore e si fermò. Io, ingenuo e non preparato ai guasti delle macchine, mi misi a recitare il Rosario. Finito il Rosario, miracolosamente la macchina ripartì e, a 20 chilometri all’ora, feci 60 chilometri fin sotto casa del mio amico Professor Intonti in Via Priscilla. La macchina allora si fermò del tutto, poi seppi che non aveva più il cambio. Quando vennero a prenderla con il carro attrezzi i meccanici mi dissero: «Impossibile che sia arrivato qui, forse l’avrete portata con un carro». Vedete, Padre Pio agiva anche nei mezzi meccanici e mi fece fare 60 chilometri completamente privo di cambio nel centro di Roma dove c’era un grande traffico. Un’altra volte Padre Pio mi accompagnò quando rimasi di notte senza benzina e la macchina continuò ugualmente a funzionare.
Vicino a Padre Pio si viveva un po’ la vita delle favole. La bacchetta magica delle fiabe sembrava a disposizione di Padre Pio, anche se queste lui non le considerava grandi cose ma giochetti per divertire i suoi figli che gli stavano intorno. Di questi scherzetti a me ne ha fatti tanti, appunto perché ero sempre in giro per fare la sua volontà. Un giorno, insieme all’Avvocato di Stato Gastone Dallari e a suo cognato avvocato Deleva, si era deciso di andare in Spagna e a Lourdes. Padre Pio desiderava che io andassi in Spagna per motivi legati alle sue opere, ma in quel momento in Spagna al governo c’era il generale Franco, io non avevo il passaporto e non era neanche possibile poterlo fare in brevissimo tempo. L’Avvocato Dallari mi disse: «Allora verrai fino a Lourdes e poi ritornerai a casa perché in Spagna senza passaporto assolutamente non si entra». Mi recai da Padre Pio dicendogli che in Spagna non potevo andare perché non avevo il passaporto e il padre disse: «E allora tu dubiti che Dio sia in grado di mandarti in Spagna?» Risposi: «Padre, se mi accompagnate voi ... ». «Ti accompagnerò». Arrivati a Lourdes insieme all’Avvocato Dallari, che aveva una carica molto importante nel Consiglio Europeo, andammo all’ambasciata italiana di Pau ma neanche la sua autorità poté smuovere i funzionari e non fu possibile ottenere neanche un permesso di un giorno per passare i confini della Spagna. Ma io, con molta fede nelle parole di Padre Pio, dissi a Dallari: «Verrò fino alla frontiera perché Padre Pio mi ha detto che in Spagna devo andare». Arrivato alla frontiera di Hendaye, mi rivolsi all’ufficio passaporti per fare un’ultima richiesta. Mentre mostravo la mia patente al commissario, improvvisamente una foto di Padre Pio cadde sul tavolo e questo signore mi guardò e mi disse: «Ah, Padre Pio! Lei è devoto di Padre Pio! Io sono stato miracolato dal padre. Per Padre Pio sono disposto a farle un permesso di 15 giorni per entrare». E così Padre Pio, con una sua piccola fotografia, mi fece da passaporto per andare in Spagna, cosa che sembrava impossibile a qualunque potente. Con queste cose egli insegnava ai suoi allievi e a me in particolare ad avere fede e a non temere mai quando ci si trova in difficoltà, perché con Dio tutte le difficoltà si possono superare. L’Avvocato Dallari in quel momento non aveva avuto abbastanza fede e rimase stupito di come con tutti i poteri del suo stato non fosse riuscito a farmi avere un permesso, quando Padre Pio con una semplice fotografia insieme alla mia fede poté farmi passare quel confine allora invalicabile, perché col generale Franco non si scherzava.
Dunque vedete che cosa è la fede. Aver fede significa a volte anche essere incosciente come lo fui io quando mi misi in viaggio con una vecchia Citroen senza sapere quali possibilità mi avrebbe dato. La fede mi aiutò ad arrivare a Roma, la fede mi aiutò a traversare i confini della Spagna, la fede mi ha sempre aiutato a fare un’infinità di cose, accompagnato ogni volta dall’amico Padre Pio che mi stava vicino. La fede e la speranza: ecco le cose che mi hanno guidato durante la vita accanto a Padre Pio. La speranza che Dio non mi avrebbe abbandonato nonostante i problemi familiari, i problemi personali che dovevo affrontare. Poi però, avanzando negli anni, il Signore mi fece comprendere che anche la fede e la speranza cesseranno e che quello che resterà eternamente sarà sempre e solamente l’amore.
Fede e speranza passeranno, ma l’amore regnerà in eterno e deve essere la nostra guida. Il fine di ogni nostro atto, il fine della fede, il fine della speranza è quello di raggiungere la stabilità eterna che solo l’amore ci può donare. Il Quaderno dell’Amore nacque quando era finita in me la necessità di ricorrere alla fede e alla speranza, perché quando si trova il linguaggio di Dio Amore, siamo arrivati al fine della fede e della speranza. Il fine è proprio questo, l’amore, e l’amore ci porta la certezza che Dio ci ama, ci porta la certezza che questo mondo non finirà in una catastrofe fino a quando ci saranno uomini capaci di amare e capaci di volere il trionfo della verità, della giustizia e della pace. Padre Pio benedice tutti voi in questa certezza che l’amore trionferà se lo vorrete, se volete accettare questo libretto che vi darà certamente la sicurezza che ha dato a me di vivere anche qui sulla terra alla presenza del Regno di Dio e della Sua Giustizia.
Facciamo insieme una preghiera di ringraziamento allo Spirito Santo, a Dio, a Maria, a Padre Pio di averci fatto incontrare. Preghiamo perché questo nostro incontro sia fruttuoso di grazie e di doni d’amore per ognuno di noi. Io anche a distanza pregherò Padre Pio e l’Altissimo di arricchirvi di quei doni di Grazia e d’Amore di cui Padre Pio è grande elargitore.

Oh Divino Amore, Spirito Paraclito, credo che colui nel quale Tu abiterai, è reso da Te domicilio del Padre e del Figlio. Beato chi merita averti ospite, perché metteranno in essi la loro dimora anche il Padre e il Figliolo. Vieni o Spirito Santo, donaci l’amore alla Tua Verità, che ci fa felici anche in questa vita. Vieni o Spirito Santo, guarisci le nostre malattie spirituali, le malattie corporali, insegnaci a vivere nell’amore, ad amarci tutti come fratelli e a portare il Tuo Regno di giustizia e d’amore su tutta la terra. Vieni o Spirito Santo, benedici tutti noi, benedici Padre Pio per tutto il bene che ci ha fatto, benedici le sue opere e benedici tutti coloro che lavorano per il trionfo dell’amore e della gioia nei cuori degli uomini. Vieni o Spirito Santo, guarisci gli ammalati di questa città, ridona entusiasmo e gioia di vivere a tutti coloro che l’hanno perduta. Vieni o Spirito Santo, liberaci dall’egoismo e donaci tanto amore da conquistare i cuori di tutti i fratelli. Vieni o Spirito Santo, benedici la Tua Chiesa e tutti coloro che lavorano per il Regno di Dio e per la sua Giustizia. Amen.

 

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