Città di Bari

Conferenza di Luigi Gaspari

Bari  5 gennaio 1993

Presentazione di Michele Castellaneta
Gentili amici, benvenuti qui a Bari. La gioia che si avverte in questo momento è una gioia di vittoria perché finalmente riusciamo a fare questa conferenza a Bari dopo mille impedimenti. La cosa più bella è la presenza di un uomo di un valore immenso che è venuto nonostante queste intemperie per portare la sua eredità, un'eredità molto preziosa a cui Padre Pio ha dedicato gran parte della sua vita. Io farei subito un applauso al Dottor Luigi Gaspari per dimostrargli l'amore e il calore che nutriamo per l'opera che Padre Pio ha iniziato e che il Dottore continua a portare nel mondo, cioè l'Amore, la salvezza, la gioia di un mondo che non trova pace perché Dio non è stato messo al primo posto. Vi ringrazio di cuore e salutiamo il nostro caro Dottor Luigi Gaspari.
Lettura di una riflessione tratta dal libro: "Preghiera linguaggio universale del cuore" di Luigi Gaspari.
Parlare con Dio è possibile nella comunione; chi è in comunione con Dio può parlare non solo con Dio, ma anche con le anime tutte che in terra o in cielo vivono in comunione con Dio. Importantissimo è credere che comunicare vuol dire parlare. Come sarebbe possibile affermare di essere in comunione con una persona se questa non parlasse mai, non ci manifestasse mai i suoi pensieri, il suo amore per noi? Negare la parola ad una persona significa non volere essere in comunione con quella persona. E allora? Allora se Gesù vuole essere in comunione con gli uomini, significa che vuole essere in confidenza con loro, che vuole parlare agli uomini. Se un uomo non si comunica con Gesù e non sente la Sua Voce, vuol dire che non è in vera comunicazione con Lui, che manca di amore e di fede nella promessa di Gesù. Solamente accogliendo la Parola diventiamo simili a Colui che ci comunica la Sua Parola: l'uomo è somigliante a Gesù quando ascolta e comunica la Parola di Gesù. L'anima senza amore è morta perciò non può comunicarsi, non può parlare con Gesù. L'anima morta all'amore non può sentire la Parola di Gesù, perché Gesù è Voce dell'amore. Importante è credere che è possibile udire la Voce di Gesù solo quando il cuore, anima dell'uomo, è ricco d'amore. Gesù non fa udire la sua Voce alle anime morte, ma alle anime viventi nel suo Amore. L'Amore è la Voce che dice all'uomo le parole di Gesù. Gesù dice il suo Amore al cuore dell'uomo che lo ama come uomo e come Dio. Gesù parla solamente a colui che Egli ama. Quando Gesù non parla all'uomo è segno certo che non vi è comunione d'amore fra i due cuori di Gesù e di quell'uomo. L'amore non sa tacere. Quando è presente e vivente deve manifestarsi con pensieri e parole. Come si può discernere se un uomo è o non è in comunione con Gesù? Tale discernimento è molto facile se si analizzano le parole che escono dalla bocca dell'uomo. Quando il cuore di un uomo è in comunione d'amore col Cuore di Gesù, dirà con la bocca parole simili a quelle che direbbe Gesù. Dal Siracide, capitolo 27, versetto 5: “La prova dell'uomo si ha nella sua conversazione; il frutto dimostra come è coltivato l'albero, così la parola dimostra il sentimento dell'uomo. Non lodare un uomo prima che questi abbia parlato, perché questa è la prova degli uomini”.
Pregare è vegliare sul cuore, là dove sgorga la vita e la memoria di gioie antiche che risorgono al presente del cuore per accrescere l'amore alla tua vita. Pregare è accrescere lo spirito buono che fa felice il cuore dell'uomo. Pregare è memoria del Volto dell'Uomo che può fare buono il cuore degli uomini. Pregare è bruciare l'orgoglio che fa crescere il loglio, è annaffiare l'umiltà che fa crescere il grano, è colpire la vanità per fare buona la volontà, è uccidere la menzogna per far nascere la verità, è fare piccolo il male per fare grande il bene, è credere il bene signore del male, è fare del male il servo del bene. Pregare è amare la vita, le vite, il sole, le stelle, il giorno, la notte, il sonno, il risveglio dei figli e di tutte le cose che sono la vita del Figlio. Pregare è farsi portavoce del Cuore che unisce le vite nel suo canto d'amore alla vita. Pregare è giustificare, è farsi lingua dello Spirito d'Amore giustificatore. Pregare è scordare, togliere dal cuore ogni rancore uccisore dell'amore. Pregare è vigilare la salute della mente, del corpo e del cuore. Pregare è annullare le distanze, è farsi il niente che è nel Tutto vicino e lontano. Pregare è farsi il niente che annulla il male corporale, già cresciuto come loglio dell'orgoglio. Pregare è compenetrarsi di spirito buono che ti fa signore dello spirito cattivo dell'uomo. Pregare è penetrare nei cuori degli uomini per vivificare la bontà. Pregare è possedere lo spirito buono che in tutto penetra e ti compenetra. Pregare il Tutto che è in tutti è sentirsi presenti e viventi in tutti e nel Tutto. Pregare è sentire tutto e tutti come parte di te. Pregare è essere la parte del Tutto benedicente tutti. Pregare è sentire la voce del Tutto che canta e loda l'amore di tutti. Pregare è farsi la parte del Tutto vivente in tutti perché tutti sono presenti nella parte orante, benedicente. Pregare è diffondere amicizia, è disperdere l'inimicizia. Pregare è provvedere ricchezza d'amore che tutto possiede e a tutto provvede. La preghiera presentifica il passato e futuro splendore dell'amore. Pregare è possedere al presente i beni futuri promessi nel passato.»
Dal Libro dei Proverbi: "Non insidiare malvagio la casa del giusto, non devastare la sua abitazione perché il giusto provato più volte si rialza ma i cattivi nella sciagura spariscono. Figlio mio, temi il Signore e il re e non ribellarti né all'uno né all'altro perché all'improvviso si scatena la loro vendetta e chi può dire quale scempio faranno? Il cielo per la sua altezza, la terra per la sua profondità sono insondabili come il cuore del re. Separa le scorie dall'argento e ne uscirà un capolavoro per l'orefice. Togli l'ingiusto dal fianco del re e sulla giustizia si consoliderà il suo trono".

Cari amici di Bari, vi ringrazio di avermi invitato in questa vostra bella città protetta da San Nicola e amata da Padre Pio. Quando egli viveva a San Giovanni Rotondo arrivavano comitive numerose da Bari ed io ero diventato amico di molti. Nei bei tempi della vita del Padre a San Giovanni Rotondo, specialmente durante le feste di Natale e Capodanno, ci si riuniva nel salone dell'albergo Santa Maria delle Grazie e si parlava delle grandezze di Padre Pio che tutti avevano più o meno sperimentate; io in particolare ero al centro dell'attenzione perché ero stato scelto da Padre Pio all'età di 14 anni e quindi ero in particolare intimità e confidenza con lui. Dopo questi anni meravigliosi di vita accanto al venerato padre è venuta la sua morte e si sono create tante discordie intorno alla sua persona; c'era una grande quantità di persone che si attribuivano dei doni particolari, dei carismi, delle eredità che non esistevano e che hanno portato molta confusione. Oggi questo si sta un po’ diradando perché molte menzogne sono state smascherate e la vanità viene sempre più a galla. Padre Pio, prima di morire, mi aveva pregato di ritirarmi a Bologna e di non mettermi in lizza con tutta questa gente assetata di potere e desiderio di grandezza, e quindi io per molto tempo sono rimasto nel nascondimento della casetta di Bologna che acquistai poco prima della morte del padre, anzi proprio per sua volontà. Così ho vissuto in attesa di tempi migliori perché era prematuro dire tutte le ricchezze che Padre Pio, per volere di Gesù e di Maria, aveva nascosto nel mio cuore e fatto comprendere alla mia mente. Egli mi diceva: «Gesù ha deciso di fare del tuo cuore uno scrigno di ricchezze spirituali che un giorno tu diffonderai in tutto il mondo». Questo giorno tarda a venire perché la stupidità umana è grande e quindi bisogna attendere pazientemente che il buon senso e la sapienza prendano il posto della stoltezza e della insipienza. Io ho trascorso tutto il periodo dalla morte del padre fino a pochi anni fa nel completo isolamento, solo ascoltando con dolore tutte le cose errate o cattive che si dicevano intorno a Padre Pio. Ero addoloratissimo e lo sono tuttora per l'immagine falsata che è stata data del Santo in alcuni ambienti, allo scopo semplicemente di farne un idolo creatore di altri idoli e quindi di potenza economica. Altri invece in buona fede, per molta ignoranza o insipienza, hanno esaltato personaggi che non erano degni di esaltazione e quindi hanno portato nel popolo una grande confusione. Anche molti ecclesiastici più o meno interessati a elogiare o a denigrare Padre Pio hanno creato delle confusioni.
Il personaggio di Padre Pio, per chi l'ha conosciuto realmente, è stato tanto distorto che ancora oggi nel mondo la gente non capisce nulla. Solamente si sa che egli era grande, ma quale fosse la sua grandezza a tutt'oggi non si può dire perché se noi chiediamo a molti dei suoi figli, o che si dicono tali, chi era Padre Pio, ci rispondono che era grande, che era l'uomo del miracolo, che ha creato la grande clinica e basta. Questa non è l'essenza di Padre Pio; questa è l'apparenza, ma l'essenza è un'altra. L’essenza è la verità dello Spirito Santo, è la potenza della preghiera che tutto trasforma, è la sapienza del cuore capace di rigenerare la vita e il cuore degli uomini. Senza la sapienza del cuore tutte le opere sono vane perché l'orgoglio prende il sopravvento e gli uomini, anche se si dicono religiosi, invece di fare del bene creano degli idoli o della grande confusione, per cui nelle masse non si ha più la trasformazione, la volontà di pregare, la volontà di prendere sul serio la Parola di Dio. Purtroppo mancano gli uomini illuminati, oppure quei pochi che ci sono non sono messi in luce ma sono tenuti nel nascondimento dalla vanità, dall'orgoglio, dalla perfidia di uomini laici e anche di preti vanitosi o peggio ancora. Il mondo si è ridotto nella situazione in cui ci troviamo sia religiosa, sia politica, sia economica, proprio perché questi uomini da poco, questi uomini in mala fede, questi demoni travestiti da sacerdoti, hanno voluto dominare la società con le loro menzogne e con la loro vanità. Ed ecco che le profezie di Padre Pio si sono realizzate.
Un giorno infatti il Padre mi disse: "Figlio mio, non soffrire se dovrai assistere a tanti tradimenti perché quello che hanno fatto a Gesù lo faranno anche a noi. Attendi pazientemente l'ora della verità, perché volenti o nolenti gli uomini menzogneri saranno tutti smascherati. Questa è la ragione della mia venuta e anche della tua. Noi dobbiamo confidare nell'era dello Spirito Santo capace di mettere in luce la verità e la menzogna".
Come ha letto Silvio, è facile discernere tra verità e menzogna perché l'uomo si riconosce dalle sue parole e noi vediamo oggi quanti pochi uomini ci siano che parlano la parola della sapienza e della verità. Assistiamo alla televisione, nelle assemblee, in politica, a dibattiti nei quali il popolo viene diseducato. Ormai il popolo non è più capace di distinguere se parla la verità o parla la menzogna e quindi si ripetono le solite tragedie che portano poi le rivoluzioni, le guerre e la miseria. Padre Pio era preoccupato della decadenza della parola, della confusione delle menti e dei cuori e perciò ha scelto pochi eletti. Fra questi il primo ero io e di quest'elezione sono stato lusingato ma anche preoccupato perché sapevo che il mio compito sarebbe stato molto difficile, anche se non mi era e non mi è difficile essere fedele perché se non altro ho l’amore all'obbedienza e alla fedeltà e l'unico mio vanto è quello di essere tutt'oggi fedele vero di Padre Pio e soprattutto di Dio e di Maria.
Padre Pio aveva nel cuore il terrore del dopo morte perché egli sapeva di lasciare sulla terra una grande potenzialità anche economica che avrebbe attirato a San Giovanni Rotondo l'ingordigia di coloro che sono insaziabili di ricchezze materiali. Mi diceva che lo spirito e la parola sarebbero stati messi al secondo posto, al terzo e poi infine si sarebbero annullati di fronte alla grande sete di ricchezza e di potenza. Allora voi comprendete facilmente quale sia stata la mia sofferenza nel dover tacere in tutti questi anni, dopo la morte di Padre Pio, assistendo all'ingiustizia che avveniva a San Giovani Rotondo e nella Chiesa intera. Ecco la situazione reale del mondo. Come diceva Padre Pio siamo nel pieno scatascio e cercherò di spiegarvene la ragione che è semplice da capire per chi è fedele e semplice: abbiamo dato importanza alla vanità e non alla verità. Non abbiamo sufficientemente meditato e compreso che dobbiamo essere voce vivente del Dio di tutti. Non avendo trascorso la nostra vita in questo intento, abbiamo ascoltato le voci infere delle passioni, della vanità e dell'orgoglio e quindi molto più comodamente ci siamo adagiati ad ascoltare alla televisione o in chiesa, da qualche prete non preparato, delle grandi sciocchezze, delle grandi menzogne che hanno portato l'inferno su questa terra. Ma adesso noi dobbiamo convincerci che, se ognuno di noi non farà urgentemente qualche cosa per porre rimedio a questa valanga di bugie e di insipienza, non avremo speranza e ci ridurremo come il popolo jugoslavo e come i popoli più arretrati della terra che, per la mancanza di idee cristiane vere, si ammazzano l'un l'altro e non trovano un'intesa.
Se perseveriamo nell'ascoltare i falsi profeti, i cultori degli idoli, anche noi finiremo per dividerci, perché l'idolatria divide. Gli dei creati dagli uomini diventano i demoni che si divertono a vedere gli uomini uccidersi gli uni con gli altri. Questa è stata la vera tragedia preannunciata da Padre Pio e anch'io insieme a Padre Pio ho compreso e ho sofferto per tutto quello che l'umanità ha dovuto e dovrà ancora soffrire. La sofferenza è ignoranza della Verità, ignoranza della Parola di Dio, ignoranza di che cosa è l'Amore di Dio, di che cosa è la preghiera, di che cosa è la sapienza, di che cosa è tutto il bene che viene dallo spirito di profezia dei santi e di Dio. Noi siamo un popolo eletto che è precipitato nella più grande ignoranza. Io non vi starò a fare nomi di falsi profeti, ma voi avete visto in questi ultimi anni, dalla fine della prima guerra mondiale a oggi, quanti ce ne sono stati in politica, nelle religioni e nell'economia: tutta gente che non era ispirata dallo Spirito Santo e che quindi ha tentato di strumentalizzare il popolo, non per renderlo libero e felice ma per renderlo schiavo della sua sete di potere.
Oggi, a distanza di tanti anni, sono giunto a Bari dove Padre Pio avrebbe voluto che giungessi molto prima, perché il suo sogno era che io potessi parlare in tutte le chiese del mondo come suo portavoce dopo la sua morte. Non ho potuto farlo per non mettermi in lizza con tutti questi orgogliosi santi, santoni, santini che sono sorti come i funghi dopo la morte di Padre Pio, mentre io che avevo ricevuto l'eredità dell'amore dello spirito di Padre Pio, sono stato sacrificato all'altare della potenza economica, del desiderio di grandezza che anche a San Giovanni Rotondo è cresciuto come il loglio e quindi ho dovuto stare zitto e non ho potuto aiutare la gioventù come Padre Pio voleva. Egli, nei 14 anni in cui sono stato accanto a lui, mi insegnò a rieducare i giovani, a ridonare loro la fiducia in Dio: Padre Pio riteneva che io avessi ricevuto da Dio il carisma di ridonare l'entusiasmo e l'amore a Dio e alla vita. Il mio silenzio è stato un delitto compiuto dai vari padri guardiani, dai frati di san Giovanni Rotondo e anche da alcuni vescovi non più buoni di loro. Comunque io vi dico che ho fatto il mio dovere e mi rammarico solamente di non aver potuto fare di più: gli uomini assetati di potere non hanno voluto, quindi saranno loro a risponderne a Dio. La mia mancanza di libertà è molto somigliante a quella che c'era in Russia all'epoca di Stalin, di Lenin e fino alla caduta del muro di Berlino. Il muro di Berlino non è stato solo in Russia, è stato anche qui; devo dirlo con dolore perché io amo, ho amato la Chiesa e anche all'interno della Chiesa ho avuto degli elogi. Ho avuto l'approvazione di Paolo VI, ma gli stessi papi non possono molto perché purtroppo intorno a loro ci sono tanti cerberi, così come ce ne furono intorno a Padre Pio, in quel convento dove il Padre ha sofferto le pene dell'inferno. Solo noi veri fedeli che lo amavamo abbiamo accolto e nascosto nel nostro cuore i suoi dolorosi segreti che un giorno saranno tutti rivelati.
Un grande amico di Padre Pio, Giuseppe Pagnossin, industriale di Treviso, ha raccolto all'estero, in luogo che non vi posso dire, tutto ciò che di male è stato fatto per far tacere Padre Pio e anche quelli che Padre Pio aveva designati come continuatori della sua opera; ma il diavolo ha preso possesso anche delle cose di Padre Pio. Un giorno voi saprete e potrete vedere se ciò che vi dico è vero o è menzogna. Io devo dire questo proprio per farvi meglio conoscere la grandezza di Padre Pio che oggi ancora non è conosciuta appunto perché Egli dopo morto non ha potuto parlare per bocca del suo eletto e dei suoi eletti.
Io sono qui oggi quasi per miracolo perché stranamente dovevo venire anche l'anno scorso nel mese di maggio, ma improvvisamente mi sono ammalato e ho pensato che le forze sataniche non volessero che io giungessi fino a Bari, in un luogo tanto vicino a San Giovanni Rotondo, ai nemici di Padre Pio. Ho viaggiato in questi mesi, sono stato a Parigi e in altri luoghi d'Italia, sempre con la possibilità di parlare e di dire parte dei segreti che Padre Pio ha nascosto nel mio cuore. Ora mi sono deciso a dire tante cose perché sono in età avanzata e non vorrei lasciare questa vita con lo scrupolo di non aver detto tutta la verità, perché mi diceva Padre Pio: «Ricordati che solo con la verità che hai conosciuta e che ti ho rivelata potrai fare del vero bene all'umanità, potrai fare tutto ciò che è nella Volontà di Dio!» La Volontà di Dio è che io vi dica che Padre Pio è ancora vivo dentro il mio cuore e nella mia casa, dove si è nascosto dopo la sua morte, e che bene o male la sua opera è salva perché sono salve le parole che lui mi ha detto, che Gesù mi ha donato insieme a Maria, proprio per conservarle in questo scrigno del cuore come il vero tesoro dell'umanità, un tesoro che non mi appartiene ma che è vostro. Io ho solo provveduto a tenerlo ben nascosto affinché i ladri orgogliosi non lo disperdessero e non lo vanificassero con tutte le loro ciarle. Sono qui per incoraggiarvi e per dirvi che, se anche abbiamo perduto 23, 24 anni, siamo ancora in tempo a salvare gran parte dell'umanità perché la Parola di Dio, la Sua Volontà è così potente che niente la può fermare.
Satana, diceva Padre Pio, è potente quando è debole la nostra volontà, ma quando noi abbiamo una forte volontà Satana è come un cane alla catena che può abbaiare ma che non può mai mordere. Quindi coraggio! Questo diavolo alla catena non ci morderà se noi avremo la volontà di seguire Padre Pio e di mettere in pratica quello che è venuto a dire in 50 anni come Profeta dell'Altissimo.
A San Giovanni Rotondo oggi c'è ancora tanto entusiasmo per il nostro Padre Pio in tutta la gente che si reca là, su questo corpo morto e sepolto in quella tomba sotto la chiesa, ma purtroppo a San Giovanni Rotondo non si riceve il vero Spirito di Padre Pio, quello Spirito che egli voleva fosse diffuso in tutto il mondo, specialmente oggi che gli uomini sia politici che religiosi non sanno più che strada prendere per salvare l'umanità.
È evidente oggi la crisi spirituale ed economica; i conventi sono vuoti, le casse dello Stato anche, siamo in una crisi simile a quella del 1929 e forse anche peggio. Un giorno avevo fatto una domanda a Padre Pio riguardo alla sistemazione di un'amica mia a Bologna che aveva un negozio e chiesi che cosa dovesse fare. Padre Pio mi fece riferire di vendere quel negozio di articoli di lusso perché in Italia sarebbe venuta una fame che ci saremmo mangiati gli uni con gli altri e quindi non era il caso di tenere quel tipo di negozio. Allora gli dissi: “Padre, che cosa si può fare per salvare quest'Italia?” “Si può fare solo con la Volontà di Dio…”. Con le Parole d'Amore del Quaderno che sono state date per salvare il mondo in questo tempo. Padre Pio mi ripeteva che non dovevo temere i nemici perché quello che io ho scritto non è altro che ciò che Dio rivelò all'apostolo Giovanni nell'Apocalisse al capitolo 10, che queste parole non sono un nuovo Vangelo ma la conferma delle promesse evangeliche del Vecchio e del Nuovo Testamento. Se noi prendiamo sul serio l’amore che ci viene offerto dallo Spirito e dalle Parole del Quaderno dell'Amore, saremo certi di poter rimediare a tutto il male che è stato fatto tenendo nascosta la potenza della Parola.
La Parola di Dio offerta in questo tempo deve volare, come dice il Profeta Ezechiele; deve andare in tutto il mondo per spegnere i focolai di disordini creati da satana, perché noi sappiamo che la potenza della Parola è capace di ricreare quel mondo che è stato distrutto. Il Vangelo di domenica ci parlava del potere della Parola; il Verbo che tutto ha creato, dice Giovanni, può ricreare tutto ciò che è stato distrutto.
La vera opera di Padre Pio è il ritorno del Verbo in mezzo a noi, quel Verbo dell'Amore che Dio aveva portato ma che gli uomini avevano confuso e quasi distrutto. La purezza del Verbo Onnipotente è ritornata in mezzo a noi attraverso il Quaderno dell'Amore e con la potenza della Parola noi possiamo ridonare al mondo, alle famiglie, alla Chiesa, la vera pace, la vera luce. Il Papa Paolo VI con molto dolore mi diceva: “Anche se dovrai soffrire, Dio è dalla tua parte e quindi non temere i tuoi nemici perché chi tocca lo Spirito Santo muore”. Io sono qui in mezzo a voi proprio perché lo Spirito Santo mi ha difeso e ha impedito, anche con la morte, che i miei nemici prevalessero e mi facessero sparire dalla faccia della terra.
Il Signore è grande, grande è il suo amore per l'umanità, anche ingrata. Dio vuole salvare la Sua creazione, non la vuole disperdere. Per salvare la sua creazione che cosa ci poteva mandare? Non poteva mandarci un'opera materiale, ma un'opera spirituale, perciò far conoscere Padre Pio come fautore di opere puramente materiali è diminuirlo, non innalzarlo. Padre Pio è venuto a riportare la purezza del Verbo Creatore attraverso il Cuore del suo Bambino che sono io. La storia del Bambino molti di voi la conoscono e pochi l'hanno potuta approfondire, per questo oggi voglio cercare di farvi comprendere meglio perché i miei buoni amici, sia a Gioia del Colle che a Rutigliano, hanno scritto dei manifesti dicendo che sarebbe venuto a parlare il Dottor Gaspari di Bologna che è il Bambino di Gesù, di Maria e di Padre Pio. La storia del Bambino è la storia più commovente della mia vita perché io sono stato sempre un uomo semplice, modesto e non mi sono mai ritenuto nessuno, anzi la mia gioia è stata sempre e solo l'obbedienza ai miei superiori, ai miei genitori prima e anche a Padre Pio che ritenevo il confessore inviatomi da Dio. Io non avevo fanatismi per Padre Pio, ma una profonda ammirazione e un grande amore filiale e quindi ho creduto sempre alle sue parole. Egli piano piano mi ammaestrava alla presa di coscienza della mia realtà. Un giorno mi disse che io dovevo riportare la Parola e io credevo che il Padre scherzasse, ma poi mi disse: “Ricordati che quelli che hanno la sapienza dello Spirito Santo non lo sanno” e io continuai la mia vita semplicemente. Ma alla vigilia di Capodanno dell'anno 1967-68 Padre Pio mi disse che presto egli avrebbe dovuto lasciare la terra e che io avrei dovuto donare al mondo quella Parola salvatrice, perché lo scatascio avrebbe distrutto anche la Chiesa senza l’intervento della Parola salvatrice dello Spirito Santo. Io attesi semplicemente fino a quando, un giorno del marzo 1968, andando in macchina a Castel San Pietro per delle cure termali, udii la prima Voce del Cuore della mia vita. La Voce mi diceva: "Tu sei Davide che vive in Me, Io sono Davide che vive in te". Io rimasi sorpreso perché avevo terrore di tutte le persone che dicevano di udire delle voci, allora semplicemente col mio spirito piuttosto allegro continuai la strada in macchina, la via Emilia molto trafficata, pensando che fosse una cosa passeggera. Invece la Voce si ripeteva fino a quando mi sono trovato nel bagno dopo la cura termale e allora, ritornando a Bologna, mi sono domandato: "Ma che cosa mi accade?" E ho ripensato a ciò che Padre Pio mi aveva detto, a quello che avrei dovuto fare, e mi sono detto: forse è veramente un segno che il tempo è arrivato. Aprii la Bibbia a caso e nella Bibbia lessi ciò che Dio promette a Davide: Egli dice che ci sarà sempre un Davide sulla terra per mantenere vivo l'amore e la Parola di Dio. Pensai: “Strana coincidenza!”, però non riuscivo ad identificarmi con questa verità che mi era stata rivelata e la tenevo segreta nel mio cuore.
In seguito andai da Padre Pio ed Egli mi disse ancora che si avvicinava il tempo di scrivere questo Testamento dell'Amore. Finalmente, l'8 aprile 1968, mi trovavo nella mia casa di Bologna in uno stato di particolare ansia perché avvertivo un richiamo, e allora per distrarmi e per non dar peso alla strana voce che sentivo, presi la macchina e mi recai sul colle di San Michele a Bologna. Lì udii di nuovo la Voce che mi diceva: “È giunto il momento di scrivere”. Io guardavo il cielo cercando di ignorare ciò che udivo nel mio cuore e vidi tante stelle: il cielo era stellato con tante lettere dell'alfabeto ed io smarrito ma felice volli interrompere questo stato particolare e piombare nella realtà. Allora mi occupavo di piccoli commerci per poter provvedere a me stesso, perciò mi dissi: “Vado da questo commerciante a vedere quali merci sono arrivate”. Ma Gesù mi disse: "No, devi andare a casa e scrivere tutto ciò che ti dirò per il bene dell'umanità" e mi fece delle rivelazioni segrete che non posso dire, ma che un giorno tutti saprete. Poi cominciò a dettarmi le Parole del Quaderno dell'Amore che voi avrete letto, che voi conoscete. Dopo aver scritto questo libro mi recai a San Giovanni Rotondo e Padre Pio mi disse: "Presto, presto in tutto il mondo, in tutte le lingue perché lo scatascio si avvicina e queste Parole solamente possono riportare la pace in mezzo agli uomini, perché tu sei il Bambino di Gesù, di Maria e di Padre Pio. Questo era il segreto che ti avevo anticipato nella lettera giunta a Bologna il 5 maggio 1940, dopo la tua prima venuta a San Giovanni Rotondo”.
Padre Pio mi aveva fatto scrivere che io dovevo studiare perché Gesù aveva deciso del mio avvenire e in quell’occasione mi ripeté che il mio avvenire era quello di scrivere il Testamento dell'Amore promesso a Giovanni nell'Apocalisse. Mi preoccupai un po’ per quella che sarebbe stata la reazione a San Giovanni Rotondo e negli ambienti dove io ero tanto stimato, specialmente a Roma dove Padre Pio mi mandava e dove mi chiamavano l'ambasciatore di Padre Pio. Prima, anche coi frati del convento avevo un ottimo rapporto ma poi, quando Padre Pio rivelò questo segreto anche a Don Mario Sala, subito scoppiò la rivoluzione e tanti che ritenevo amici improvvisamente si dimostrarono i peggiori nemici miei e di Padre Pio.
Prima di morire Padre Pio mi disse: “Ti lascio in questo mondaccio, ma non aver paura perché io verrò a vivere con te nella casa di Bologna e di là nel nascondimento proseguiremo quest'opera d'amore per salvare l'umanità e tutti coloro che ci amano e credono in noi”. Questo mistero mi ha martellato e seguito fino ad oggi, ma il Signore mi dà sempre prove che tutto ciò che Padre Pio mi ha detto è la verità. A Bologna ho scritto in alcuni Quaderni queste cose misteriose e segrete dettatemi direttamente da Gesù, Padre Pio infatti non ha fatto altro che confermarmi quello che segretamente Gesù mi aveva detto e me lo ripeteva appunto per darmi la sicurezza interiore della verità. In seguito è accaduta una cosa straordinaria: Padre Pio mi inviò dal Papa Paolo VI perché non avessi dubbi di essere in sintonia con la Chiesa. Il buon Papa mi disse che sapeva tutto, perché questa era la verità rivelata dalla Madonna a Fatima.
Voi vedete quante cose grandi ha voluto fare il Signore in un piccolo essere umano come io sono e mi ritenevo. Ma per Padre Pio io ero importante ed è necessario che ve lo dica, non per me ma per voi, perché se voi riuscirete a capire il mistero di questa verità, avrete dei vantaggi enormi. Dio infatti non vi negherà niente per amore di questo Bambino, perché questo Bambino è la potenza della Parola di Dio in mezzo a voi. Padre Pio diceva che chi ama queste Parole non deve più temere il demonio perché il demonio opera fuori della Volontà e della Parola di Dio. Se questa Parola non fosse stata di Dio e fosse stata demoniaca, sarebbe già entrata in tutte le case come vi entrano i filmetti pornografici e tutto il resto.
In questi ultimi anni abbiamo capito, visto, toccato con mano che quando si crede alla Parola di Dio, Dio ci dona la forza, il coraggio e la difesa che ci sono necessarie per vivere e per vincere i demoni che ci circondano su questa terra. Perciò vi rivelo il mistero del Bambino. È necessario che voi lo comprendiate e lo amiate perché solo così l'opera di Padre Pio si realizzerà, altrimenti resterà una delle tante opere materiali come ce ne sono milioni in tutto il mondo, di tutti i tipi, anche fatte da grandi industriali. Padre Pio non è venuto per fare opere materiali ma per cambiare il mondo nel cuore, nella mente e nello spirito. Questo cambiamento si può operare solo attraverso la potenza della Parola che è venuta a voi attraverso il mio cuore, attraverso questo Bambino che pare nascosto nella mia persona. Anche se non lo vedete cercate di cogliere la Parola e con essa accoglierete l'Amore di Gesù, di Maria e di Padre Pio. Già che siamo in tema vi racconterò alcuni fatti straordinari che sono successi nella mia vita. A 42 anni, dopo la morte di Padre Pio, era il 13 novembre del ’68, mi recai ad Assisi insieme ad alcuni amici. Mi trovavo in una camera d'albergo di fronte alla Porziuncola e verso le 5 di mattina mi sentii chiamare. Aprii gli occhi e vidi una gran luce nella stanza e tante nuvolette. Sembravano nuvole profumate e attraverso una di queste una mano stigmatizzata, che mi pareva quella di Gesù, lasciò cadere tre gocce di sangue dicendomi: “Ecco, io ti dono queste tre gocce di Sangue dell'Agnello di Dio per confermare il nostro Patto, perché nessun patto si fa senza il sangue”. Nelle parole della Bibbia questo è scritto e quindi pensai che fosse vero; avevo visto il sangue ad occhi aperti ma pensavo che fosse una visione solamente, invece era una realtà perché subito dopo, prendendo il fazzoletto bianco, pulito, che avevo in valigia, lo trovai macchiato di tre gocce di sangue rosso, di un rosso vermiglio rimasto tale fino ad oggi. Evidentemente questo accadeva perché Padre Pio non voleva che io dimenticassi ciò che di grande aveva detto di me e voleva che io ne fossi cosciente, anche se sono un uomo pieno di gioia di vivere e non mi lascio prendere dai fanatismi né dall’adorazione della mia persona. Un’altra cosa straordinaria accadde a Milano cinque o sei anni fa, quando mi decisi a fotografare il fazzoletto con le tre gocce di sangue. Era presente la signora Salzano che si trova qui. Fotografammo il fazzoletto e notammo che la goccia più grande non aveva macchiato il fazzoletto dalla parte opposta; dopo tre giorni rifacemmo la fotografia e ci accorgemmo con grande sorpresa che il sangue era passato dall'altra parte. Dopo circa quindici anni questo sangue era ancora vivo e chissà perché questo prodigio è avvenuto a Milano, alla presenza di vari amici miei. Padre Pio e lo Spirito Santo hanno voluto tutte queste manifestazioni per tenermi ancorato alla verità di questo Bambino che io sono. Voi sapete che io mi sento un uomo come tutti e la sola differenza che posso avvertire fra me e un altro è questo desiderio costante di amore per tutti che ho; per il resto io sento la gioia di vivere come tutti gli altri uomini e non mi sento diverso.
Dopo questo fatto di Milano sono accadute recentemente altre cose che hanno contribuito a darmi la forza e il coraggio di parlare e di non tenere più per me questi segreti, perché l'umanità sta per toccare il fondo e io sarei vile se non mettessi in luce tutta la mia essenza nel tentativo di salvare il salvabile. Alcuni miei cari amici milanesi che mi vogliono molto bene si sono preoccupati, prima della conferenza di Milano dell'8 dicembre 1992, giorno dell'Immacolata, di estrarre il mio sangue per fare un esame e controllare le mie condizioni di salute perché, come molti di voi sanno, io soffro di asma e quindi volevano vedere a che punto è la mia situazione. Con sorpresa la dottoressa Lucia Campanini e altre due dottoresse... ma una è qui presente, magari se vuole venire può raccontare lei stessa che cosa è successo in occasione di questa analisi del sangue: « Io sono la dottoressa Fabeni, una delle tre dottoresse che hanno assistito a questo fatto veramente straordinario. Abbiamo prelevato il sangue del Dottore e abbiamo inviato al laboratorio delle analisi le tre provette che abbiamo prelevato. Tutti gli esami sono risultati normalissimi, compreso quello della coagulazione. La dottoressa che ha effettuato questo prelievo ha tenuto con sé un piccolo tubicino che è servito per prelevare il sangue e ha notato che il sangue non si coagulava. Soltanto dopo circa una ventina di giorni iniziavano a separarsi la parte corpuscolata del sangue e quella liquida. La sera della vigilia di Natale, il 24 dicembre, questa dottoressa, la dottoressa Lucia, stava leggendo il Quaderno; ad un certo punto ha sentito il desiderio di recarsi a vedere il tubicino che ora conserva con molto amore e ha notato che il sangue era ritornato nuovamente fluido. Questo sangue è tuttora come se fosse stato appena prelevato. È un fenomeno che la scienza assolutamente non può spiegare perché il sangue una volta prelevato dopo pochi minuti si coagula e diventa marrone scuro, come ognuno di noi vede quando si taglia, invece questo sangue è ancora liquido e vivo in questo tubicino che la mia amica conserva. È una cosa che la scienza non può spiegare e neppure l'altra dottoressa, che è un’ematologa e perciò studia tutte le malattie del sangue, ha potuto dare una spiegazione e dice che la scienza non può spiegarlo: è una cosa che solo Dio può spiegare».

Grazie dei vostri applausi e grazie anche a Padre Pio che ci sta vicini e ci aiuta a dire queste cose. Per mia natura io sarei molto restio a parlare di me, ma Padre Pio mi ha sempre sollecitato, contrariamente a quello che faceva con molti, a non stare nascosto ma a mettermi in vista ed io pensavo che Padre Pio per il suo grande amore per me mi viziasse e volesse darmi degli attributi che io non credevo di meritare. È stato sempre così, anche quand'era in vita mi mandava a Roma negli ambienti più elevati dell'aristocrazia, della politica e della scienza perché voleva che tutta Roma mi conoscesse e io non capivo il perché. C'erano tanti amici che mi ritenevano un sapiente, anche se io non ho mai creduto di esserlo, e bisticciavano per avermi ospite da una casa all'altra ed io non sapevo come regolarmi, ma Padre Pio mi incoraggiava a parlare, parlare e vivere nel mondo.
Come un girovago, durante i 14 anni di vita accanto a Padre Pio, io ho vissuto sempre con la valigia e solo dopo la sua morte, a causa delle persecuzioni e delle cattiverie fatte contro di me dai frati di San Giovanni Rotondo, mi ritirai a Bologna pensando che l'era delle valigie fosse finita. Poi stranamente, anni fa, nel 1985 mi pare, fui invitato a commemorare Padre Pio nella Cattedrale di Caltanissetta, dove per la prima volta parlai in pubblico con un timore maggiore di quando ho dato la maturità a Bologna. Mi pareva di non avere la capacità di parlare in pubblico e quindi è stato un vero esame. La cattedrale di Caltanissetta era piena di gente ed io parlai per un'ora senza neanche sapere esattamente quello che dicevo, ma poi mi accorsi che molte persone piangevano ed io pensai: forse ha parlato Padre Pio perché io non so parlare.
Vedete che Padre Pio ha voluto rimettermi in moto all'età di 66 anni con tanti acciacchi; io lo faccio per obbedienza, perché capisco che ora non si può più tacere altrimenti le voci del male prendono il sopravvento e allora sulla terra veramente verrà l'inferno. Io che ho avuto il dono della Parola, il dono della certezza dell'esistenza e della presenza di Dio, devo parlare e finalmente fare contento Padre Pio, perché il sogno di Padre Pio era che io dicessi la verità anche su di me. Questo è veramente un miracolo perché io non credevo mai di riuscire a dirla. Vi dirò anche un altro fatto straordinario accaduto per incoraggiarmi. Qui vicino a me è seduto l'amico Michele che abita a Gioia del Colle. Un giorno questi amici di Gioia del Colle vollero fare un quadro a olio da una mia fotografia, servendosi di un bravo pittore di Gioia del Colle. Il quadro ritraeva me bambino all'età di 9 anni, seduto sul binario della linea ferroviaria che passava di fronte alla villa dove abitavo. Da bambino avevo l'abitudine di sedermi sui binari insieme al mio gattino bianco, quasi un presentimento della mia vita che sarebbe stata tutto un viaggio sui binari ferroviari da Bologna a San Giovanni Rotondo a Roma e in altre parti del mondo, avanti e indré, continuamente! Dunque questa fotografia, che era anche tanto cara a Padre Pio, è stata trasformata in un bel quadro che ho a Bologna. Nel quadro il cielo è completamente azzurro. Michele, la moglie e gli altri amici di Gioia del Colle prima di consegnarmelo vollero fotografarlo e la grande sorpresa fu che nella fotografia è apparsa la Madonna dietro le mie spalle: è la Madonna di Fatima e tutti potrete vederla, perché qualche immaginetta c'è. Così Padre Pio ha mantenuto in vita anche a Gioia del Colle la sua affermazione che la Madonna è sempre accanto a me. Io lo tenevo segreto, ma Padre Pio e la Madonna in qualche modo vogliono sempre che io renda noto questo e il tempo dirà se Padre Pio ha ragione di far conoscere al mondo questi che io ritenevo segreti. Evidentemente non lo devono essere più, quindi vi prego di scusare se io ho dovuto dire queste cose che possono sembrare vanità, ma in realtà non è mia volontà, è volontà di Dio che io le riveli, forse per dare a ognuno di voi una maggiore possibilità di credere che quelle Parole non sono mie ma sono il Sangue di Cristo. Le parole del Quaderno, diceva Paolo VI, vanno centellinate come il Vin Santo perché sono parole di comunione, sono parole che contengono, appunto come il Vin Santo, il Sangue e il Corpo di Cristo. Quindi, se voi le mangiate, vi comunicherete con lo Spirito Santo, con l'Amore di Dio, di Gesù e di Maria che vivono nel mio cuore per donarsi a voi; per mezzo di esse potrete essere in comunione con Dio e ottenere tutto quello che chiedete perché, per ottenere tutto quello che chiediamo, bisogna prima di tutto diventare amore di Dio vivente. All'amore Dio non nega niente e se voi amate il Bambino e le sue parole ecco che il vostro cuore sarà preparato per ascoltare la Voce di Dio e per ricevere da Dio tutte le grazie e tutti i beni del cielo e della terra. Con questo vi benedico in nome di Gesù, di Maria e di Padre Pio.
Chiudiamo questo incontro con il Dottor Gaspari con la lettura del Quaderno dell'Amore.

San Giovanni Rotondo, 14 Aprile 1968, Santa Pasqua di Resurrezione.
In tutte le cose create è presente il Creatore. Io sono risorto oggi per portare al Padre la vita di voi tutti. Vi ho riconciliati con Lui ed ho portato per ognuno di voi l'offerta del mio sacrificio. Il Padre ha accettato l'offerta e nella mia Resurrezione ha resuscitato voi tutti da morte. Il dono che Io ho lasciato di Me, per dimostrarvi la continua mia presenza, potrete trovarlo in tutto il creato, in ogni creatura. Il dono è stato il rientro di tutto il creato e di voi tutti nell'amore del Padre. Il mio Cuore ha sanguinato e cessato di vivere, per dare vita al vostro. La vita che il mio Cuore vi ha portato, ha ristabilito il patto di unione con Me e col Padre. Il sangue del mio Cuore si è fatto uno col vostro. Per amore del Mio Sangue il Padre ha riportato, per il Mio, amore al vostro sangue, alla vostra vita. La vita vostra vive ora nell'Amore di Dio. L'amore del Padre per Me si è fatto amore per ognuno di voi. Tutte le cose create sono rientrate nell'amore assieme alle vostre vite, alla mia vita in voi. È per questa ragione che tutto potrete ottenere vivendo a Me uniti; è perché nel creato, nelle cose che più amate del creato è presente Colui che le possiede. Il desiderio di possedere ciò che amate, per amore di chi le possiede, è il solo modo per ottenere tutto quello che chiedete. È legge del mio Cuore, è legge d'amore. Colui che chiede amore a chi lo ama, è certo di ottenere amore e tutte le cose che l'amore possiede, sarà certo di ricevere tutto quello che l'amore ha creato e può creare. La Resurrezione mia per voi vi ha dato il diritto di chiedere e di offrire. Di chiedere per ricevere; di offrire il poco che già possedete per aver in cambio beni inesauribili. Per il diritto acquisito siete eredi con Me della intera eredità Mia; Io voglio dividere tutto con voi, niente è mio che non sia vostro. Sono morto in croce per voi, per soffrire al posto vostro, per avere diritto di chiedervi di amarmi, per tutto l'amore che ho saputo dimostrarvi. Sono risorto non per allontanarmi da voi, ma per farvi risorgere insieme a Me. Sono ritornato nel Regno del Padre per approntarvi le sedi più belle, ho ripreso il mio posto per aiutarvi ad occupare il vostro. Il mio ritorno fra voi, come è stato già, sarà un ritorno per chiedervi di tenermi con voi. Il mio corpo, il mio sangue sono rimasti lì, ad attendere di farsi donare. Il mio Spirito non fa che ascoltare se qualcuno ha bisogno di riceverlo, se vuole riceverlo. Non so attendere il richiamo che mi occorre per aiutarvi, perciò vi ho mandato e vi mando sempre un uomo che ha saputo chiamarmi, tenermi nel suo cuore. Quell'uomo che vi mando per aiutarvi saprà dirvi di Me, per l'amore che ci unì e ci unisce, quell'uomo che vi mando è risorto con Me. Per farvi risorgere vi ho mandato un uomo che è già risorto, un uomo che vi insegnerà a risorgere ogni volta che avvertite di volermi, di farmi risorgere. Il mio risorgere, il vostro risorgere, è fare rivivere la mia vita nella vostra. È ridonarvi e ricevere amore alla vita, amore a Me, in un risorto e rinnovato patto d'unione che è trionfo e conquista di tutti i beni, di tutto ciò che è e può dare l'amore risorto. È Parola di Dio.

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