ISTITUTO BLAGOSLOVJI

San Pietroburgo, 4 aprile 1994

Carissimi amici di San Pietroburgo e di tutte le Russie, vi ringrazio insieme al caro Valodia di avermi invitato qui. Mi trovo in questa città da pochi giorni, ma in questo tempo ho provato una felicità straordinaria, come non avevo provato in nessun paese del mondo dove sono stato finora per conferenze. Il perché la Russia mi dia tanta gioia forse lo so, per spiegarvelo vi devo parlare di me, di certi aspetti della mia vita di bambino, di ragazzo, di uomo e di adulto. Sono nato nel lontano 1926 in provincia di Modena, a San Felice sul Panaro, un paese ricco di storia che si trova in una grande pianura, simile a quelle di Russia. Mio padre era mugnaio, un uomo molto buono e generoso, mia madre era una donna molto sapiente e illuminata. Durante la mia infanzia, la mia famiglia si trovò in difficoltà economiche perché mio padre, insieme al cugino, aveva una grande proprietà che all'età di 50 anni perdette. A quell'età, con dieci figli da mantenere, egli dovette ricominciare tutto da capo in questo piccolo mulino. Ma la Divina Provvidenza invocata da mia madre ci aiutò. La Provvidenza ci aiutò attraverso il consiglio di un uomo straordinario che viveva in Italia ed era conosciuto in tutto il mondo, questo uomo era un frate francescano, si chiamava Padre Pio da Pietrelcina. Egli nel 1917 ricevette le stigmate come San Francesco e tanti altri santi, egli era però sacerdote, l'unico sacerdote stigmatizzato. Le stigmate durarono 50 anni e a 80 anni, nel 50° anniversario delle stigmate, Padre Pio morì. Ma torniamo a quando la mia mamma chiese consiglio a Padre Pio per la perdita dei beni e per aiutare la numerosa famiglia. In quel tempo la Chiesa Cattolica proibiva di comunicare con quest'uomo santo e lo perseguitava - quando invece tutto il mondo lo amava - tenendolo incarcerato nella sua cella, perché diceva che era un mago o qualcosa di peggio. Fu proprio in quel periodo che Padre Pio fece scrivere a mia madre, dandole il consiglio che potè riparare tutti i danni e far sì che la mia famiglia potesse vivere decorosamente. Il rapporto con questo santo uomo non finì lì, perché quando i santi si muovono diretti da Dio, hanno sempre uno scopo diverso da quello apparente. Infatti nel 1940, prima che scoppiasse la seconda guerra mondiale, Padre Pio fece comprendere a mia madre che io, ultimo figlio di 14 anni, avrei dovuto recarmi da lui nel lontano paese di San Giovanni Rotondo, a 600 chilometri da dove abitavo. Essa obbedì e là mi mandò, insieme a due mie sorelle. In quel tempo io ero un ragazzo molto allegro, anche abbastanza fervente nella preghiera e soprattutto nell'amore a Dio, ma non avevo volontà di studiare. Quando mi recai in confessione da Padre Pio, egli mi disse che io dovevo essere, per volontà di Gesù e della Madonna, il suo figlio spirituale. Poi sentii grandi profumi intorno a lui, come spesso avveniva a chi avvicinava questo uomo straordinario. Me ne tornai a casa molto felice, ma anche preoccupato di restare condizionato da questo incontro, temendo che quest'essere straordinario potesse in qualche modo influenzare la mia volontà. Nonostante avessi 14 anni, temevo i legami e le responsabilità, perciò decisi di non ritornare da lui per molto tempo. Ma tre mesi dopo l'incontro, mi arrivò da San Giovanni Rotondo la lettera di una figlia spirituale di Padre Pio, la quale mi riferiva ciò che il Padre le aveva detto di dirmi, perché Padre Pio non poteva scrivere direttamente causa le proibizioni della Chiesa. In questa lettera, che ancora conservo e che nelle edizioni del "Quaderno dell'Amore" è riprodotta, Padre Pio dice a questa signora Olimpia: " Devi scrivere a Luigi di Bologna che sono molto preoccupato perché Gesù vuole che lui studi, avendo Egli già deciso del suo avvenire. Allora mi raccomando, dì a Luigi di mettere tanta buona volontà nello studio altrimenti mi farà molto soffrire ". Io lessi la lettera e mi preoccupai unicamente di nasconderla perché temevo di non potere realizzare ciò che Dio voleva da me, però in breve tempo la volontà di studiare mi ritornò, fino a che nel 1950 mi laureai in Farmacia: io sono farmacista e non teologo. Dopo che avevo fatto il farmacista per tre anni, il mio buon papà Augusto morì ed io ne soffrii tanto anche perché, a causa della morte di mio padre, io e i miei nove fratelli non eravamo più nella pace. In casa era subentrata la discordia ed io, l'ultimo figlio, non volevo che mia madre soffrisse perciò, non sapendo a chi rivolgermi, mi rimisi a pregare Dio. Poi in soffitta, in mezzo a un vecchio libro di scuola, casualmente ritrovai la lettera del 1940 dove era scritto che Gesù "aveva deciso del mio avvenire". Fu così che a 28 anni, dopo 14 anni dal primo incontro, mi decisi a ritornare da quel santo uomo di Padre Pio per chiedergli che cosa Dio aveva deciso per me. Arrivai a San Giovanni Rotondo, ascoltai la Messa e subito dopo Padre Pio discese dall'altare e venne verso di me. Io restai sorpreso perché fisicamente non poteva riconoscermi, ma lui tutto felice mi disse abbracciandomi: " Ah, sei qui finalmente! ". Erano passati 14 anni e mi confessai da lui sperando che mi rivelasse il segreto della lettera, ma lui mi rispose: " Ritorna, ritorna... ". Ritornai, e questi ritorni durarono ben 14 anni. Così divenni il confidente e il messaggero di questo santo in Italia e in Europa. Cose straordinarie accadevano perché Padre Pio aveva il dono della bilocazione e mi accompagnava a distanza, mi parlava e mi diceva ciò che dovevo fare. L'unico timore di Padre Pio era che io mi legassi in matrimonio e ogni volta che gli presentavo una ragazza egli, con un pretesto o con un altro, diceva: " Questa non va...". Alla fine, l'ultima volta che gli parlai di matrimonio, mi disse le stesse parole che Gesù aveva detto all'Apostolo Giovanni: " Ma non hai ancora capito che Gesù ha bisogno di te e che per te la Volontà di Dio è la libertà ? " Quindi mi rassegnai ad accettare questa Volontà, anche perché la voce della mia coscienza coincideva e, obbedendo a Padre Pio, contemporaneamente obbedivo alla mia coscienza. La mia vita divenne un vagabondaggio per il mondo. Io ho sempre amato la vita, sono sempre stato pieno di gioia di vivere, mai fanatico di niente; non ho mai amato il giudizio ma ho sempre scusato tutto e tutti. Padre Pio, come avviene nella vostra religione ortodossa, era spesso molto severo, ma non con me. Io non riuscivo a sentire il senso di colpa; sentivo la gioia di vivere sempre e qualche volta pensavo che Padre Pio non mi conoscesse veramente. Invece alla fine del suo tempo di vita mi disse il segreto della lettera del 1940. " Gesù ti ha detto che aveva deciso del tuo avvenire e ora ti dirò il segreto: tu dovrai scrivere un libro ". Io risposi: " Io non so scrivere, non sono uno scrittore ". Ma egli insistette: " E lo Spirito Santo cosa ci sta a fare? ". Io ero convinto di non avere a che fare con lo Spirito Santo, ma lui mi rispose: " Quelli che veramente sono in comunione con lo Spirito Santo non lo sanno e non lo dicono ". E così Padre Pio mi disse che dovevo scrivere il libretto profetizzato nell'Apocalisse. Nell'Apocalisse, al capitolo 10, è scritto che Giovanni Apostolo vide un libretto in mano all'Angelo e voleva scriverlo, ma l'Angelo gli disse: " Non scriverlo ora, divoralo, perché tu dovrai profetare ancora davanti a popoli, nazioni e re ". " Ecco quale era la volontà di Gesù su di te. Il tuo mistero è legato al mistero dell'Apostolo Giovanni, l'apostolo che non doveva morire perché Gesù aveva detto a Pietro: "E se io voglio che egli resti finchè io ritorni a te che importa?"". Eravamo alla fine dell'anno 1967. Uscii dalla confessione senza esaltazione, pensando che quanto avevo udito non potesse accadere perché io sono stato sempre un uomo semplice a cui piaceva vivere a contatto con la realtà, come mio padre. Quattro mesi dopo, alle ore 23 dell'8 Aprile 1968, stavo per andare a dormire quando improvvisamente sentii un richiamo, una voce che immediatamente cercai di non ascoltare. Mi rivestii, presi la macchina e per distrarmi andai a fare una gita in collina, precisamente sulla collina di San Michele dove c'è il seminario cattolico. La distrazione non servì perché la voce si faceva sempre più forte e le stelle ai miei occhi apparivano lettere dell'alfabeto. Questa voce mi diceva: " È giunto il momento di scrivere il libretto dell'Apocalisse di Giovanni. Domani è il tuo 42° compleanno, il giorno predestinato per iniziare a scrivere. Vai a casa, prendi un quaderno e scrivi tutto ciò che io ti dirò per il bene del mondo, perché l'umanità è sull'orlo di una catastrofe senza precedenti e solamente le parole dell'Amore promesse a Giovanni potranno operare il miracolo di evitare una guerra spaventosa di tutti contro tutti e di tutto contro tutto... Questo libretto sarà l'arcobaleno promesso a Noè dopo il diluvio. " Dio aveva detto a Noè che non avrebbe mai più mandato il diluvio; quando gli uomini sarebbero divenuti peggiori che a quel tempo, Dio avrebbe mandato l'arcobaleno e noi sappiamo che l'arcobaleno simboleggia i sette "colori" dello Spirito Santo che si fanno la Voce dell'Amore di Dio nel cuore dell'uomo. E così nel mio cuore entrò questa Voce, questo arcobaleno che io ho trascritto sulle pagine di un vecchio quaderno di scuola. Questo libro è per tutta l'umanità che deve ritrovare l'unità, e l'unità non si trova per mezzo di dottrine anche cristiane, ma si trova solamente per mezzo dell'Amore. Questo amore scomparso dalla faccia della terra, specialmente in Occidente, ritornerà quando gli uomini crederanno ancora nel potere del Verbo creatore che è il linguaggio dell'Amore riportato sulla terra da Gesù e da Giovanni. Infatti, nel Vangelo di Giovanni noi leggiamo: " In principio era il Verbo, il Verbo era Dio e per mezzo di Lui, cioè della Parola, sono state fatte tutte le cose ". Ecco perché Padre Pio mi diceva che c'era bisogno di questa Parola d'amore già annunciata dal Vangelo ma assai nascosta e velata. Il Quaderno dell'Amore è l'essenza del Vangelo, rivelata in questi giorni per evitare che si possano creare dottrine sempre nuove, perché le dottrine dividono e l'umanità può essere unita solamente dalla Voce dell'Amore che vuole e può entrare in tutti i cuori degli uomini. Mediante le dottrine noi siamo schiavizzati, viviamo nella paura, nei condizionamenti. I condizionamenti umani sono come una nube davanti al sole, ma quando noi allontaniamo le nubi il sole risplende. Nel profondo della nostra coscienza questo Sole Vivente attende solamente che noi allontaniamo le nubi e allora, come dice San Paolo, quando noi siamo in presenza del sole della nostra coscienza non avremo più bisogno che nessuno ci istruisca, perché ognuno di noi sarà capace di comprendere e di fare su questa terra la volontà di Dio che coinciderà con la volontà della propria coscienza. Ecco che cosa è la libertà, la libertà che solo Dio è capace di donare. Questa libertà è Voce ed io ho sentito questa voce per poterla comunicare a tutti voi, affinchè si realizzi ciò che sta scritto, e cioè che Cristo deve regnare fino a quando non ha messo sotto i suoi piedi tutti i principati, le potestà e le dominazioni, dopodichè anche Lui, Gesù Cristo, sarà sottoposto a chi gli ha sottoposto ogni cosa, affinchè Dio sia tutto in tutti. Voi, popolo di Russia, avete una disposizione particolare ad udire la Voce della verità, quindi siete sicuramente il popolo eletto per aiutare i popoli più induriti dell'Europa e del mondo a scoprire la realtà di questa guida sicura e certa che ogni uomo ha nel suo cuore. Questo libretto che vi dono sarà per voi una guida infallibile a riscoprire la verità, la gioia, l'amore e la felicità che Dio ha nascosto in ognuno dei vostri cuori. Ascoltate questa Voce e nessuno vi potrà più rendere prigionieri. Nessun uomo ha il potere di liberarvi dalla schiavitù, ma solamente il vostro cuore. Ecco, io sono qui non per dettarvi dottrine, non per fondare comunità, ma solamente per insegnarvi ciò che Dio ha dato a me gratuitamente per tutti voi, perché in ognuno di voi si nasconde la stessa Voce che io ho udito, si tratta solo di volerla ascoltare. Allora questa bella Russia avrà la felicità che merita, perché nella vostra sofferenza passata avete meritato di essere oggi un popolo felice, sempre unito nella fede e nell'ascolto di questa Parola che sarà il sole della vostra vita. Oggi, in Occidente specialmente, l'infelicità è piena perché gli uomini hanno pensato unicamente ad arricchirsi materialmente, non comprendendo che la materia senza il primato dello Spirito rende l'uomo disperato. Le ingiustizie più grandi si commettono quando non si scopre nell'altro uomo un fratello che ha gli stessi diritti perché anche in esso è presente la Voce di Dio. Invano oggi si parla di diritti dell'uomo; fino a quando noi non abbiamo riconosciuto i diritti di Dio, che sono gratitudine d'amore del figlio verso il suo Creatore, non si può parlare di diritti dell'uomo. Il diritto dell'uomo è l'Amore di Dio. Solo quando ci giunge l'Amore di Dio e quando viviamo in esso abbiamo diritto di essere felici. Al di fuori dell'amore che viene dal cuore non può esservi felicità, perché la ribellione all'amore è ribellione alla gioia di vivere, alla nostra felicità. Sono venuto in Russia con una infinita gioia anche perché fin dalle scuole elementari, quando ancora avevo voglia di studiare, ero bravissimo nello studio della storia. Il mio buon maestro, che mi voleva tanto bene, spesso mi diceva: " Oggi, Gaspari, sarai tu a far lezione di storia ". Mi ricordo che una volta parlai della Russia con tanta chiarezza e amore che il maestro e i miei compagni di scuola rimasero affascinati, come se io gli avessi parlato del mio paese e oggi riprovo quella gioia. Il Signore mi ha inculcato questo amore per voi russi, per voi di tutte le Russie; Padre Pio mi confermava che questo mio amore era un'ispirazione divina perché i popoli dell'impero russo possono sentire in profondità l'amore, la voce di Dio e perciò il Padre mi diceva che un giorno li avrei incontrati. Nel 1917, prima dello scoppio della rivoluzione russa di Ottobre, la Madonna apparve a Fatima, in Portogallo, e profetizzò questa spaventosa rivoluzione e le sue conseguenze. In quell'occasione disse però che il cuore della Russia non sarebbe morto all'amore, ma anzi che dai cuori dei russi sarebbe venuta la salvezza del mondo perché l'Occidente non era più in grado di sentire l'amore. Padre Pio, appena io scrissi il Quaderno dell'Amore, cercò di fare conoscere in un altro modo questa divina volontà. Un giorno, il direttore d'orchestra Alfonso d'Artega di Saint Louis, negli Stati Uniti, attendeva il suo turno per la confessione. Vicino a lui, in attesa della confessione c'era un giovane che aveva in mano i dattiloscritti del libro non ancora stampato. D'Artega prese in mano questi fogli e fu chiamato alla confessione. Quando entrò Padre Pio gli disse: " Tu dovrai andare a Saint Louis da tuo fratello - che era allora direttore di Radio Saint Louis, una stazione radio tanto potente che poteva far sentire la sua voce anche in Russia - tu dovrai tradurre subito il libretto nella lingua inglese, affinchè il 24 Maggio 1968 possa essere trasmesso da Radio Saint Louis in tutto il mondo ". Questo d'Artega guarì da un grave male, miracolato da Padre Pio proprio perché potesse andare in America, ma poi i frati del convento di San Giovanni Rotondo, nemici di Padre Pio e della Verità, non vollero che d'Artega eseguisse ciò che il padre gli aveva chiesto e glielo impedirono. I persecutori della Verità e di Cristo nascosti nella Chiesa Cattolica vinsero in quel momento, ma Dio non si stanca di volere il bene degli uomini anche se i Caino sono sempre pronti ad uccidere Abele. Noi vediamo che il mondo sta attendendo qualcosa che gli uomini non riescono ad ottenere: la pace. Anche nella ricchissima America non c'è pace perché non c'è amore. Uccidere un fratello è diventato uno sport e le cose peggiorano di giorno in giorno; tutto ciò accade in Europa e in ogni parte del mondo. Il paese più tranquillo per ora è la Russia, ma anche qui in Russia è necessario fare presto a mantenere in vita tutto l'amore che voi avete, perché se vi illudete di trovare il bene dagli insegnamenti dell'Occidente vi sbagliate. Coltivate questo amore, questa ricchezza che avete dentro, perché questa Voce di Dio entrata nei vostri cuori, vi risolverà tutti i problemi, anche materiali. Voi sapete che, come disse Giovanni, in principio era il Verbo e il Verbo era Dio e per mezzo del Verbo d'amore sono state create tutte le cose. Tutte le cose belle che voi avete in questo bellissimo paese, tutte le ricchezze che voi possedete, saranno valorizzate dall'amore del vostro cuore perché l'Amore, il Verbo dell'Amore, è la massima potenza creatrice. Non cercate questa potenza fuori dal vostro cuore perché non la troverete. Fuori di voi troverete gente materialista, assetata di ricchezze che viene qui magari per farsi dei clienti e per portarvi via i beni che Dio ha donato a voi. Voi potete donare all'Occidente l'insegnamento d'amore e questo lo dovete fare senza lasciarvi spogliare delle vostre ricchezze, delle vostre radici. Come vedete, un'infinità di sette religiose cercano di entrare in Russia per illudere il popolo dell'esistenza di nuovi paradisi. Cercano di impoverire anche la vostra Chiesa Ortodossa che ha avuto tanti meriti perché ha dato il primato all'amore di Giovanni, di Gesù e di Maria. Conservate tutti i valori del vostro passato, riportateli al presente e presentateli al mondo in rovina, perché voi non avete niente da imparare da noi occidentali, avete solo da perdere. Io, con tutto il cuore, vi offro l'amore mio, l'amore che ho ricevuto gratuitamente da Dio, da Maria, da Gesù e da Padre Pio, affinchè questo amore trascritto nelle parole del Quaderno dell'Amore, vi dia quella gioia e quella libertà interiore che nessuno vi può dare. In questo bel paese deve restare quella gioia che già c'è. Il benessere materiale arriverà in proporzione alla vostra fedeltà. Il valore supremo è l'Amore, l'Amore è Dio e se voi vivete in Dio non avrete più problemi perché la gioia vi accompagnerà, come diceva il vostro Leone Tolstoj. È necessario amare la vita anche nella sofferenza, perché la vita è Dio e amare la vita è amare Dio. Con queste certezze, con queste ricchezze che voi possedete, soprattutto con questo grande amore dei vostri cuori, vincerete ogni battaglia e potrete insegnare a noi dell'Occidente che cosa è l'amore. Io prego per voi ogni giorno perché non vedo molta speranza in Occidente. Il mondo occidentale non riesce a trovare la realtà e quindi va verso la disperazione. L'amore, diceva Padre Pio, è "ordine" e quindi solo chi ha l'amore può rimettere ordine nella propria casa, nella propria vita. Tutto si può ricostruire con l'amore, tutto è perduto senza l'amore. Voi dovete ritrovare l'amore per la vostra unità, non dovete separarvi voi che fate parte di un impero preparato da Dio in tanti secoli, grazie anche ai vostri Zar che nella luce dell'amore hanno saputo creare queste meraviglie. Quindi ritrovate l'unità di tutte le Russie, pur nella libertà delle singole patrie, ma sempre uniti nell'amore, perché la divisione è opera di Satana che è geloso della vostra bontà e della vostra capacità. Non rinnegate mai tutto il bene che avete avuto nel passato, anche da coloro che vi sembra abbiano sbagliato, perché solo riconoscendo i doni del passato si ha diritto a riceverne dei nuovi. Amate anche la vostra Chiesa Ortodossa, perché in essa ci sono le vostre radici e quando si sradica un albero, dopo vengono altri alberelli selvatici che portano confusione e zizzania. È necessario invece rendere tutto perfetto nell'amore perché lo scopo della nostra vita è portare a perfezione il tutto senza distruggere niente di ciò che abbiamo ricevuto nel passato. Questa perfezione d'amore è possibile perché il Vangelo ci dice che dobbiamo essere perfetti come è perfetto il Padre nostro e l'amore del nostro cuore, anche se sembra impossibile, in verità ci rende perfetti, perché l'amore è Dio e in Dio non c'è imperfezione. Quando l'amore è nel nostro cuore possiamo essere certi di essere perfetti come è perfetto il Padre nostro. Che Dio vi benedica e vi doni una gioia senza fine perché Dio vi ama, la Madonna vi ama ed io vi ho sempre amato.

Alcune domande

D - perché lei non è diventato sacerdote oppure non è entrato in un monastero?

R - Io ho sempre avuto terrore di doverlo fare. Dai 14 fino ai 28 anni ho evitato di andare da Padre Pio proprio perché avevo terrore che mi mettesse in un convento. E poi perché ho sempre visto Dio come gioia di vivere. Esiste anche un altro motivo che Padre Pio mi rivelò alla fine della sua vita. Un giorno, dopo che ebbi scritto questo libro, un sacerdote entrò per confessarsi da Padre Pio. Questo sacerdote, Don Mario Sala, le cui lettere inviatemi dopo questo episodio sono pubblicate in un mio libro, avvicinandosi al confessionale di Padre Pio, incontrò me che lo avevo preceduto. Allora Padre Pio gli disse: " Vedi quel ragazzo? Quello è il Bambino di Gesù, di Maria e mio. Quando sarò morto, voi sacerdoti dovrete ascoltarlo perché quello che dice è la Volontà di Dio. Se voi non lo ascolterete, perderete tutta l'autorità perché Dio vuole il tempio dei cuori ". Il "tempio dei cuori" è tutto ciò che vi ho detto prima. L'affermazione del tempio dei cuori fa sorgere la Civiltà dell'Amore e questa verità me l'ha confermata anche il Papa Paolo VI. Egli mi invitò a Roma e mi disse che questa mia testimonianza era la più grande gioia perché gli confermava l'avvento della Civiltà dell'Amore proclamato dal Concilio Vaticano II. Paolo VI era preoccupato della riconciliazione con la religione ortodossa e si recò dal grande Atenagora, Patriarca di Costantinopoli, per togliere la scomunica che la Chiesa Cattolica aveva decretato al tempo dello scisma. Il Patriarca Atenagora disse a Paolo VI: " Se il cristianesimo non fosse amore sarebbe una morale da schiavi ". Allora noi dobbiamo prendere tutto l'amore del cristianesimo e, piano piano, allontanare la schiavitù, perché nel cristianesimo ci sono molti schiavisti preoccupati non di liberare e di rendere felici gli uomini, ma di tenerli stretti come dei clienti. San Paolo disse che i Vescovi non devono diventare padroni della fede dei propri fedeli, ma servirli nella gioia. Ecco perché io non ho mai sentito la vocazione: perché amo donare la libertà. Questo è il mio compito, secondo la volontà di Dio confermatami anche da un grande Santo come Padre Pio e da un Papa sapiente come Paolo VI. Però gli schiavisti della Chiesa Cattolica mi perseguitano anche oggi e, dopo avere fatto in Italia più di cento conferenze nelle chiese e nelle Cattedrali, adesso alcuni Vescovi non vogliono che parli in chiesa, perché temono l'Amore e vogliono il potere. Io non amo il potere, amo la felicità, la gioia del popolo e questi schiavisti, il giorno prima che io partissi per la Russia, per impedire la mia partenza mi hanno mandato la polizia a casa. Sette poliziotti sono venuti da me dicendo: " Abbiamo ricevuto una comunicazione da Roma che questa casa è piena di armi ". Allora hanno buttato all'aria tutto, tutti i miei vestiti, tutto quello che c'era. Cose incredibili ma vere. L'inquisizione continua. Ecco i diritti dell'uomo: non si può parlare di libertà. Questi giovani, vedendo che nella mia piccola casa non c'erano armi di nessun genere, mi hanno chiesto tutti umilmente questo libretto e la dedica. Ecco, vedete che cosa fanno gli schiavisti delle chiese. Questo è ciò che purtroppo succede e allora noi dobbiamo essere liberi interiormente, portare l'amore; quando saremo tutti liberi dentro, nessuna polizia ci potrà più spaventare perché l'amore caccia via ogni paura. Gli schiavisti sfruttano la paura. Nel libretto è scritto: " La paura è indice di debolezza, è non aver fede nella Mia forza ". Dio ci vuole senza paura, perché se noi saremo senza paura gli schiavisti crolleranno e la libertà risplenderà col suo sole d'amore.

D - Veramente l'amore è una cosa importantissima nella nostra vita, ma come si fa a sgelare i cuori?

R - Intanto, prima di sciogliere gli altri cuori bisogna sciogliere il nostro. Quando noi siamo ricchi d'amore, inevitabilmente avremo l'autorità per allontanare le nubi perché queste difficoltà di amare, come ho detto prima, sono come delle nubi davanti al sole e se noi siamo "sole" d'amore avremo la capacità, l'autorità per disciogliere le nubi degli altri cuori. Aiutandovi anche con questo libro.

D - C'è qualcosa di comune nella sua teoria con quella di Sri Aurobindo?

R - Io conosco poco di queste teorie indiane, però sono convinto che la perfezione si trova solo seguendo il messaggio di Cristo perché tutte le altre cose sono molto umane. In Aurobindo ci può essere qualcosa di buono, ma in Cristo è tutto buono.

Dott. Luigi Gaspari

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