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In memoria

Roberto Intonti ci ha lasciato in modo improvviso nel marzo del 1968, quando nuovi avvenimenti venivano a turbare la nostra attività e nuove preoccupazioni si presentavano a quanti, come lui, erano sinceramente e disinteressatamente attaccato al proprio lavoro ed alla vita dell’Istituto. Egli aveva infatti dedicato quasi 40 anni della propria attività al nostro Istituto, giungendo a dirigerne uno dei settori più delicati e vitali; in questa sua opera egli seppe sempre dimostrarmi, anche nei momenti più difficili, la fraterna lealtà del suo appoggio e la rettitudine del suo consiglio, sempre inteso ad operare nell’interesse dello Stato e nel rispetto dei principi scientifici e morali. Modesto, schivo di onori, tenace realizzatore, fu guida sicura per i Laboratori di Chimica e studioso illuminato che riusciva ad accendere l’amore per la ricerca e sapeva indirizzare i giovani alla soluzione dei complessi e sempre nuovi problemi di sanità pubblica.

Profondamente convinto dell’importanza di questa sua opera, rinunciò alla cattedra universitaria, vinta nel 1954, benché la sua intima passione fosse l’insegnamento. Maestro per vocazione aveva infatti tenuto per anni, all’Università di Roma, il corso di spettroscopia per studenti di chimica, che svolgeva con rigore scientifico e fervore missionario e dal quale sapeva trarre nuovi stimoli per una continua rielaborazione critica delle proprie conoscenze.

Laureato nel 1926, assistente alla cattedra di elettrochimica dell’Università di Napoli, perfezionò successivamente la propria preparazione nel campo dell’analisi spettrale di emissione presso l’Istituto di Fisica dell’Università di Monaco di Baviera. Le sue pubblicazioni ed il suo trattato di spettroscopia sono il più valido documento della serietà della sua preparazione scientifica che gli venne anche ufficialmente riconosciuta con la nomina a presidente del Centro Ricerche Spettrochimiche dell’Associazione Italiana di Metallurgia ed a segretario della sezione laziale della Società Chimica Italiana.

Ai problemi analitici connessi con l’attività di controllo sanitario si era dedicato con entusiasmo, specie nel campo degli antibiotici, dell’inquinamento atmosferico, degli alimenti (in particolare, notevole interesse hanno le sue ricerche sulle pectine) introducendo nuovi metodi e soprattutto modernissime tecniche spettroscopiche.

Rigido verso sé stesso e verso gli altri, tutta la sua vita è stata improntata ad una grande dirittura.

La sua luminosa figura di studioso e di servitore dello Stato sia di esempio e di stimolo per tutti i giovani che egli ha formato.

 

G.B. Marini – Bettòlo

Annuario Ist. Sup. Sanità (1968) 4, V-VIII