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1940 Mulino Gaspari Decima (BO)


1940 Mulino Gaspari di Decima (BO)

All' inizio del secolo scorso San Matteo della Decima (BO) non aveva un mulino in loco; per la macinazione del grano o del granoturco, o di altri cereali, i decimini si servivano principalmente del mulino del “Vescovo” di Cento (FE), più comodo e a “portata di mano”, oppure venivano utilizzati il mulino “del Secco” di Crevalcore o i mulini di Persiceto: quello della “Chiesuola” o “dell'Accatà”. Ma per una popolazione numerosa come quella di Decima era necessario costruire, quanto prima, un mulino ; ci pensò il sig. Abdon Pivetti, che individuata l'area nel centro del paese, ebbe il permesso di fabbricazione nel febbraio del 1910. La costruzione dell'immobile terminò nel gennaio del 1911 e per la campagna granaria del medesimo anno tutta l'apparecchiatura per la macinazione fu pronta. Il mulino inizialmente fu del tipo a “palmenti”, costituito da mole di pietra azionate elettricamente. In seguito fu sostituito con il sistema della macinazione con laminatoi a cilindri che consentì di produrre qualità diverse di farina e di costituire grandi scorte di materia prima. La gestione dell'attività venne affidata al Sig. Quinto Pivetti fu Valentino che la mantenne fino al 1920 , anno in cui subentrarono i fratelli Utili.
Gli Utili provenivano da Cotignola, un paese della provincia di Ravenna, dove avevano esercitato l'attività molitoria gestendo, in proprio un mulino azionato ad acqua sul fiume Senio. La famiglia Utili, composta dalla madre, vedova, e dai tre figli Maria, Giovanna e Vito, gestì la conduzione del mulino, preso in affitto fino al 1933, anno in cui l'azienda fu acquistata da Augusto Gaspari ed intestata al figlio Walter, che provvide anche alla conduzione, sotto la guida attenta del padre.
Augusto Gaspari era del mestiere, infatti a San Felice sul Panaro (MO) aveva diretto un'azienda di grande prestigio, dando prova di elevata professionalità nella così detta “arte bianca”; nel 1928 si trasferì con la moglie e i dieci figli a Pavignane in provincia di Modena, dove rimase a gestire un mulino a cilindri fino al 1933. Da tale data la famiglia venne ad abitaredefinitivamente a San Matteo della Decima. Nel 1939 fu costituita una società alla quale fecero parte quattro dei fratelli e sorelle Gaspari, precisamente: Walter, Dante, Ferdinando e Luigi. Nel 1972, alla morte di Walter subentrò, nella conduzione Dante che la mantenne fino alla chiusura definitiva che avvenne nel 1979. Terminata l'attività molitoria lo stabile fu abbandonato a se stesso, mentre i locali circostanti, che facevano parte del complesso, continuarono ad essere utilizzati come abitazione o ad uso di negozi commerciali fino al 1998, anno in cui la ditta “Marefosca Costruzioni”acquistò l'intero immobile per la ristrutturazione.

(Tratto da – INARCOS – giugno 2003 a cura di Evangelisti, Govoni, Baletti, Lago)