Molti amici di Roma e di altre città venivano a trovarmi al mio paese. A Decima mi ero formato un gruppo di ottimi collaboratori, fra questi Primo Capponcelli che divenne poi il capo comitiva di gruppi di persone desiderose di avere incontri e mantenere contatti spirituali con l'amato Padre Pio.
A fine aprile gli feci recapitare una copia manoscritta del 1° Quaderno dell'Amore, egli lo definì " Testamento promessa di Grazia " che si doneranno, attraverso lo spirito di queste parole, allo spirito dell'uomo che vorrà accoglierle con tutto l'amore del suo cuore .Mi raccomandò di pubblicarlo al più presto e di farlo giungere al Santo Padre, alla gerarchia ecclesiastica e al mondo.Il 25 maggio 1968 si doveva celebrare a St. Louis, Stati Uniti, una grande festa in onore del Sacro Cuore di Gesù. Padre Pio voleva farvi giungere per quella data il " Quaderno dell'Amore " e ne aveva incaricato un suo fervente figlio spirituale, il celebre compositore e direttore d'orchestra Alfonso D'Artega.
per presentarle al Padre e farle benedire ; inoltre, nella sua semplicità di uomo di Dio, pieno di fede e senza malizia, aveva iniziato a distribuirle ai fedeli che erano convenuti a San Giovanni Rotondo; ma improvvisamente, senza alcun motivo gli fu vietato di distribuirle e perfino di parlarne. Il Capponcelli, alla presenza di molti testimoni, difese accanitamente, ma invano il desiderio espresso da Padre Pio.Io invece il 20 settembre, per consiglio di Padre Pio, non mi ero recato a San Giovanni Rotondo bensì a Chianciano Terme col caro amico Michele Famiglietti di Roma. Prendemmo alloggio all'Albergo S. Antonio dove in quei giorni si trovavano, fra altri frati e sacerdoti, Mons. Giuseppe Bo e Mons. Leoncello Barsotti di Livorno. Al mattino del 21 alle Terme incontrai la Prof. Letizia Mariani di Bologna, una delle insegnanti che mi aveva preparato, nelle materie letterarie, all'esame di passaggio dalle Scuole Aldini al Liceo Scientifico, nel lontano 1943; fui felice di vederla e le feci omaggio di una copia del " Quaderno dell'Amore” ; ne fu sorpresa e commossa. Verso le ore 18 di quello stesso giorno, mi trovavo alle Terme Sant’ Elena con Michele; improvvisamente si fece presente a me Luigi, Padre Pio e mi disse : “ Devo anticipare la mia partenza per il Cielo per salvare il salvabile. Qui sulla terra non mi ascoltano più, neppure molti che si proclamavano a me fedelissimi. Non piangere ! Io ti seguirò dal Cielo ; la fede non c'è stata nelle parole a te date, parole che io ti dissi di chiamare " Testamento Promessa di Grazia ... ". Quello che si poteva salvare per mezzo del “Testamento Promessa” nel mese di giugno, ora ( settembre 1968 ) non si può più salvare. Gli scritti serviranno ugualmente per beneficio dei singoli ”.Il giorno successivo, 22 settembre, rimasi in albergo preso da una infinita tristezza, verso le ore 17, mentre riposavo nella mia stanza, feci un sogno rofetico : nel sogno mi apparve Padre Pio in mezzo ad un esercito innumerevole di angeli bellissimi ; egli era tutto splendente di luce e di amore. Si avvicinò e mi abbracciò affettuosissimamente dicendo : “ Figlio, figlio, figlio mio! Non devi piangere per la mia morte che ti ho annunciato ieri, rimani forte e coraggioso e sereno nella mia gioia : io metterò a tua disposizione il mio esercito di Angeli, essi ti obbediranno in tutto ! Io, Padre Pio, sarò sempre vicino a te, ti dirò quello che dovrai fare e dire per il bene tuo e di tutti coloro che vorranno accogliere le parole tue e mie. Porterò in Cielo il pensiero tuo, lascerò in Terra il pensiero mio! ”. Nel dire queste ultime parole, mi strinse forte la testa fra le mani avvicinandola alla sua; a quel conttto il mio cervello sembrò svuotarsi per riempirsi di una sostanza nuova. In quel momento Michele Famiglietti bussò ripetutamente alla porta della mia camera; mi svegliai con un fortissimo male alla testa, me la tenevo stretta perché avevo la sensazione che si dovesse staccare dal corpo. Pregai Michele di attendere perché non potevo muovermi, appena mi fu possibile gli aprii e alle sue domande ansiose risposi : “ Padre Pio è venuto ancora e mi ha lasciato una meravigliosa promessa ... ”.Passai la notte fra il 22 ed il 23 settembre quasi insonne; sentivo nel mio cuore la voce dolcissima del Padre che mi chiedeva di leggergli il " Quaderno " ed io lo lessi e lo rilessi fino all'alba. Al mattino speravo ardentemente di essere stato vittima di una uggestione, ma verso le sette mi chiamarono da Roma per dirmi che il grande cuore di Padre Pio aveva cessato di battere ! I Monsignori, i sacerdoti e vari frati ospiti dell'albergo fecero il possibile per confortarmi e dovettero ammettere che quanto io andavo dicendo da due giorni, era purtroppo accaduto. Stavo piangendo sulla salma del Padre, quando mi sembrò di riudire le sue dolci parole dettemi tanti anni prima : “ Perché hai pianto ? Lo sai che non mi piacciono i pianti ! ”. Mi asciugai le lacrime e ritornai subito a Roma. Il 17 ottobre 1968, il " Quaderno dell'Amore " e altri quaderni che stavo scrivendo in una maniera che aveva del miracoloso, giunsero nelle mani di eminenti teologi romani che mi ricevettero ed interrogarono, meravigliandosi che io sapessi tante cose segrete. Così si avverò quanto il Padre aveva predetto : “ I Quaderni dovranno giungere al più presto nelle mani di Sua Santità e della gerarchia ecclesiastica, il Papa e molti altri capiranno tutto ”. Io forse sono l’unico a capire meno di tutti però ho scritto in obbedienza a Padre Pio, per fede e amore a Dio, al Papa Paolo VI ed alla Santa Chiesa. |