…Un giornalista milanese, Umberto Notari, “inventò” nel 1904 la storia di una prostituta di nome Marchetta, che esercitava nella casa di Via San Pietro all’Orto - (Via di Milano, n.d.c.) , protagonista del romanzo “Quelle signore”.
Notari era nato a Bologna nel 1878, ma per esercitare la sua professione si trasferì a Milano, dove fondò alcuni quotidiani, tra i quali “L’Ambrosiano” nel 1922, alcuni periodici e l’Istituto Editoriale Italiano. Quando uscì il libro, Notari fu immediatamente denunciato all’autorità giudiziaria per oltraggio al pudore. Fu la sua fortuna. Difensori del giornalista, al processo che si tenne a Parma, furono un paio di deputati, tre avvocati e tre letterati, tra i quali Filippo Tommaso Marinetti.
Se il romanzo aveva fatto scalpore, il processo lo moltiplicò. In un mondo privo di radio e di televisione, tutta la pubblicità era affidata alla stampa, che in quella storia ci sguazzò beata. Quando Notari fu assolto, il libro fu tradotto in tredici lingue e solo in Italia raggiunse la fantastica tiratura di cinquecentocinquantaduemila copie. Il nome del giornalista non è entrato per questo nella storia della letteratura, ma certamente in quella del costume. Fu una delle tante meteore che, come Guido da Verona, dopo un travolgente successo sparirono senza lasciare quasi traccia. Ma fu tra le prime di una lunga serie di testimonianze letterarie sulla vita delle case di tolleranza.
Superata quasi indenne la modifica del Testo Unico di leggi di Pubblica Sicurezza del 1926 e il nuovo codice penale del 1930, la venerabile istituzione dei casini dovette attendere altri vent’anni prima che le fosse portato un duro attacco dalla senatrice Merlin.
Veneta, socialista, Lina Merlin si era fatta cinque anni di confino sotto il fascismo. Venne eletta alla Costituente nel 1946, poi al Senato nel 1948.
Non perse tempo: il 16 agosto di quello stesso anno presentò la legge che porta il suo nome.
La discussione cominciò nell’autunno del ’49 e la legge ci mise quasi dieci anni per essere approvata: passò definitivamente alle Camere il 29 gennaio 1958 con trecentottantacinque voti favorevoli e centoquindici contrari ed entrò in vigore il 20 febbraio successivo. Avevano votato a favore i democristiani, i socialisti, i repubblicani e i comunisti;contro i missini, i liberali e i monarchici.
(Tratto da : Camerati, in camera! -Gustavo Maria Padiglione, Ed. Mursia – Milano 2003 – pagg. 46 – 48).
|