1° VIAGGIO A SAN GIOVANNI ROTONDO


Il 15 marzo 1940 partii da Bologna, diretto a San Giovanni Rotondo. Della comitiva, guidata dal Sig. Tonino Tonelli, facevano parte due mie sorelle, Gabriella e Anna. Raggiungemmo San Giovanni Rotondo l'indomani, trovando alloggio presso la signora Clorinda nell'antica cittadina. Mi trovai un po' smarrito in quel paese ventoso e tanto diverso dal mio.

Tutta la comitiva alle 4 del mattino fu svegliata dalla signora Clorinda. Si dovevano percorrere circa due chilometri a piedi per assistere alla Santa Messa di Padre Pio, nella chiesina del convento di Santa Maria delle Grazie.Ero ansioso di vedere da vicino il grande e misterioso Padre Pio. La figura del Padre che tanto avevo ammirato nelle fotografie, mi apparve familiare. Padre Pio che osservavo per la prima volta assistendo alla Santa Messa, attirò tutta la mia attenzione di ragazzo. L'occhio penetrante e dolce del Padre, nell'intimo del mio cuore, suscitò amore filiale. Le persone che avevo avvicinate alla pensione e in chiesa mi aveva descritto Padre Pio severissimo.Arrivato il mio turno per la confessione, incominciai ad avere paura. Mi sentivo attratto dall' amore del Cuore di Padre Pio, ma avevo timore di non meritare di essere accolto come figlio del santo Frate, che avevo amato da sempre.Nella vecchia sacrestia del convento, mentre stavo attendendo e mi preparavo per la confessione, l'interesse per la storia e l'arte mi portò a distrarmi. Invece di riflettere e pentirmi dei miei peccati, stavo cercando una somiglianza fra quella sacrestia e l'interno di antichi conventi russi che avevo ammirato in un libro.Fui improvvisamente invitato dal Sig. Tonelli ad avvicinarmi al confessionale di Padre Pio. Tutto preso dal desiderio di avvicinare il Padre, avevo dimenticato che mi trovavo davanti al sacerdote al quale avrei dovuto confessare i miei peccati. Padre Pio mi fece delle domande, poi mi guardava e attendeva da me una risposta. Confuso gli dissi : “ Non ricordo bene se ho fatto questo peccato ”. Egli con molta forza mi rispose : “ Vattene! vattene ! Che cosa vuoi da me ? Preparati bene per la confessione ! Io non ho tempo da perdere ”.L'indomani dopo una preparazione più profonda e seria ritornai al confessionale. Contrariamente alle aspettative trovai nel Padre una dolcezza senza limiti, che mi fece dimenticare la sgridata del giorno precedente. Padre Pio mi disse : “ Si, ti accetto come figlio spirituale...e tu portati sempre bene ”. Non mi fece domanda alcuna, né dei miei studi, né della città da cui provenivo. Ritornai a Bologna, felice di avere finalmente conosciuto il " Profeta ". Ripresi gli studi all'Istituto Aldini Valeriani. Non amavo quel genere di studi, ma non avevo confidato a nessuno la mia pena. Studiavo pochissimo e nell'intimo pensavo di abbandonare la scuola. La mia vita spirituale era abbastanza piena. Con amore seguivo le pratiche di pietà. Ricevevo spesso la Santa Comunione, però pregavo con poco fervore Gesù Ostia. All'età di undici anni, avevo sentito un mio maestro di scuola che stimavo molto, dire : “ Io non ho mai creduto che un pezzo di pane possa trasformarsi durante la consacrazione nel Corpo e Sangue di Cristo ”. Non mi rendevo conto, ma ora sono certo, che proprio quelle parole ritornavano nel mio pensiero ogni volta che ricevevo Gesù Ostia. Il 5 maggio 1940 ricevetti a Bologna una lettera molto importante che mi rivelò un grande dono di Padre Pio. Egli da San Giovanni Rotondo aveva potuto leggere i segreti più intimi del mio cuore: l'intenzione di abbandonare gli studi e il poco fervore nel pregare Gesù Ostia, che solo Dio conosceva. Durante i tre giorni di permanenza a San Giovanni Rotondo in casa di Clorinda, io e le mie sorelle avevamo conosciuto la signorina Olimpia Pia Cristallini di Perugia, anch'essa ospite della pensione. Partendo da Bologna avevamo lasciato l'indirizzo alla signorina Olimpia, alla quale però nulla avevo raccontato di me.Con molta sorpresa mi giunse una sua lettera datata 3 maggio 1940, che trascrivo nei punti essenziali :


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